Il Principe non è stato il primo e non sarà l’ultimo. Quel che conta qui non è un problema di regni e regnanti, ma di prese di posizioni e stoccate da parte di Francesco De Gregori, uno dei maggiori cantautori della storia italiana. Non è stato il primo a “bacchettare” una parte politica, soprattutto in un periodo – come questo – dove vige il malcontento per la condizione in cui versa l’Italia tutta.
Al Corriere della Sera, il cantante aveva dichiarato: “Il Pd è un arco cangiante che va dall’idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità” (…). Gad Lerner, mette in campo il suo blog, a difesa del partito, e replica duramente: “De Gregori nutre un certo rispetto per il lavoro non facile di Letta e di Alfano. Di fronte a simili pennellate di nulla, non si sa davvero che dire, se non evidenziare la similitudine con una produzione musicale altrettanto noiosa e sopravvalutata” (…)
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Il contrattacco di Lerner
Andrea Mollica, blogger luogotenente di Lerner, non gradisce affatto espressioni di De Gregori, come: “Il PD agita in continuazione i feticci del ‘politicamente corretto’, una moda americana di trent’anni fa, e della ‘Costituzione più bella del mondo’. Che si commuove per lo slow food e poi magari, ‘en passant’, strizza l’occhio ai No Tav per provare a fare scouting con i grillini…“. E, così, l’ex conduttore di Zeta e Deus Ex Machina del più celebre “L’Infedele”, ci va giù pesante, cronista indignato e deluso da un grande artista italico. Grande è aggettivo che aggiungiamo noi, perché per lui il buon Francesco è parecchio sopravvalutato. Secondo Gad, sia chiaro.
Quarant’anni di noia?
Inutile fare la lista delle perle musicali della sua produzione (Rimmel, Buonanotte fiorellino, La donna cannone, La leva calcistica del ’68), ingeneroso etichettarle come noiose. Non sarà mai stato – nonostante lo stile e l’armonica a bocca – il Bob Dylan italiano, ma 40 anni di dischi vorranno pur dire qualcosa. Vuoi vedere che, come al solito, è stata un’altro il pensiero che ha fatto imbestialire Lerner: “Ho seguito con crescente fastidio e disinteresse l’accanimento sulla vita privata di Berlusconi. Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull’Ilva di Taranto?”. Dargli torto? Mica facile.
(Ph. Antonio Raffaele)
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