C’è chi lo ricorda per il trottolino amoroso condiviso con Mietta, chi per la celebre “1950“, quella di “Serenella ti porto al mare, ti porto via…“. Amedeo Minghi resta ancora il più “aristocratico” tra i cantautori italiani, per i suoi modi, per il trattamento che riserva alla musica da qualche decennio a questa parte. “Arrivederci a quando non lo so” è il titolo del suo nuovo singolo: ballad fortemente melodica che precede il prossimo disco (a distanza di 8 anni da “Su di me”, 2005).
Romano, a un passo dai 66 anni, Minghi inizia la sua carriera presentandosi alla storica Ricordi, per un provino: ma il suo primo, vero, successo è l’album “L’immenso”, datato 1976. “Arrivederci a quando non lo so” è la novità di questi giorni: sarà disponibile dal 6 agosto in tutti gli stores digitali. Compagno di avventura di questa e altre canzoni che vedranno, man mano, forma è stato Mogol, un progetto che vedrà la pubblicazione dei pezzi a scadenza regolare, durante tutta la prossima stagione.
Un po’ per volta, come fosse l’assaggio in profumeria: una canzone dopo l’altra, ad arricchire il contenuto, prima ancora che riempire il contenuto. L’album, nella fattispecie. Minghi è attualmente in giro per una lunga serie di concerti, ma i suoi impegni non si fermano qui, infatti è impegnato nel progetto catechetico per l’Anno della Fede. Inoltre è in corso la promozione dell’opera “I cercatori di Dio” e di “Una sera in Jazz”, con il Trio di Salerno.
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