“Solo un mito può mettere la parola fine ad una leggenda“. Tocca citare la piccola bibbia di Rocky Balboa per definire la figura di Mick Jagger, oggi fresco di compleanno: 70 primavere per il leader incontrastato dei Rolling Stones, 50 dei quali passati a calcare i palcoscenici di tutto il mondo, centravanti di una squadra perfetta, dosata sul tema del rock. Un tempo diceva di volersi ritirare prematuramente, a 33 anni anni, perché “quello è il momento in cui un uomo deve fare qualcos’altro…“.
Una band venuta da lontano, quella degli Stones: da ragazzo Mick condivideva un appartamento con l’amico-nemico di sempre Keith, senza mollare la “London School of Economics“. Vuoi vedere che il suo sogno non era quello di diventare una rock-star? Vuoi vedere che diceva la verità…?
Da piccolo Mick Jagger era tutto tranne che un ribelle: un ragazzino paffutello, sportivo, diligente e parecchio timido. Con una grande passione, la musica. Col passare degli anni divenne un giovane magro e agitato, con le parvenze da sex simbol: mostrò presto di apprezzare le tendenze musicali dei suoi anni, da Elvis Presley a Buddy Holly, da Chuck Berry a Little Richard. Blues, rock, rock ‘n roll….
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1966: l’anno della svolta
Il mito dei Rolling Stones parte l’anno dopo l’uscita di “Out of our heads”: fra le tracce anche “(I Can’t Get No) Satisfaction“, canzone che fece esplodere una volta per tutte il fenomeno della band di Mick, questo in seguito ad anni già colmi di importanti soddisfazioni, anni colorati da una carriera straordinaria, in un continuo crescendo. Una carriera destinata a cambiare la storia della musica.
Dopo la tragica morte di Brian Jones nel 1969, negli anni ’80 Mick preferì dedicarsi alla carriera da solista, pubblicando (nel 1985) il suo primo album, “She’s the Boss”, poi “Cool Primitive” (1987) e nel “Wandering Spirit” (1993). Dalla seconda metà degli anni ’90 in poi Mick Jagger riprese a pieno regime la sua attività con i Rolling Stones realizzando il disco “Bridges to Babylon” (1997), che riportò la band in cima a tutte le classifiche: nel 2005 si arrivò a “A Bigger Bang“, ultimo album di inediti degli Stones.
Tutta “colpa” di Muddy Waters
Un mito, un animale da palcoscenico. Oggi come allora. Eppure, a settant’anni suonati, Jagger non vuole saperne di fermarsi: ipocrita lasciarsi andare a frasi di circostanza del tipo “la voce non è più quella di una volta“. Mick non ha mai avuto grandi doti vocali, ma un’anima rock come pochi al mondo e una presenza scenica da brividi. Correva l’anno 1962 quando, insieme con Brian Jones, Bill Wyman e Charlie Watts, lui e Richards fondarono quella che sarebbe diventata una delle formazioni più importanti nella storia della musica: probabilmente non avrebbero mai potuto immaginare che un brano di Muddy Waters (“Rolling Stones”) potesse portar loro così tanta fortuna…
(foto by kikapress.com)
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