“Festival Giorgio Gaber”, Iacchetti: dalla canzone bonsai a Twitter

Dieci anni sono passati. Ma uno come Giorgio Gaber non perde mai di senso e di significato. Il 2013 è un anno speciale, l’anno del decennale, l’anno della scomparsa di Enzo Jannacci, grande amico del Signor G, oltre che suo compagno di avventure. Dal 2003 un bellissimo Festival a celebrare un modello, una leggenda: grazie all’operosità di Dalia Gaberscik continua la divulgazione della grande opera del padre, grazie a tanti ospiti, primo fra i quali – per motivi che spiegheremo – Enzo Iacchetti. L’attore e storico conduttore di “Striscia la notizia” è stato protagonista ieri sera di un evento collaterale, a Camaiore, per la rassegna “ComeInCamaiore” (…)

LEGGI LO SPECIALE SUL DECENNALE DEL FESTIVAL

LEGGI L’INTERVISTA ESCLUSIVA A DALIA GABER

La canzone bonsai

Enzino Iacchetti (così come lo chiama il suo “socio” Ezio Greggio) nasce come cantautore, quando, tanti anni fa, presentava al “Maurizio Costanzo Show” le sue mini composizioni alla chitarra, subito definite “canzoni bonsai”. Pochissimi versi in rima, semplice accompagnamento di sei corde e il pezzo era pronto. Una canzone istantanea, in grado di anticipare i tempi, il modo di comunicare sempre più compatto e compresso degli ultimi anni. Quasi un tweet arricchito da una sua armonia e da una immediata melodia. Più si va avanti, più ci si rende conto di quanto Giorgio Gaber sia inarrivabile, ma proprio Iacchetti – presentatore per anni del Festival – ha cercato in tutti i modi di emulare il maestro, senza mai scimmiottare uno stile.

Iacchetti cittadino onorario di Viareggio, città dove si svolgeranno le serate speciali del 19 e 20 luglio, è stato protagonista due anni fa di uno show di canzoni e parole. E proprio “Chiedo scusa al Signor G” è tornato recentemente al Teatro Nazionale di Milano. “Imitare Gaber? Impossibile, una follia“. Così ha detto l’attore milanese. Piuttosto, uno sguardo da lontano, discreto, misto alla capacità di reinventare, stravolgere e riscrivere una storia bellissima come quella del Maestro. Ironia e abilità nello scrivere monologhi che rileggono, alla luce dell’attualità, una lezione profetica incredibilmente lucida e viva.

(foto by kikapress.com)