Il finale è un urlo collettivo: “Potrei anch’io fare il presidente, ma sto con lei e non mi manca niente…“. A Villa Ada, Roma incontra il mondo (come recita il claim del grande evento capitolino), ma soprattutto abbraccia il “Molto Calmo Tour” di Giovanni Pellino, il cantante Neffa.
Si fa desiderare il “ragazzo” di Scafati, il concerto parte alle 22.30, quando il pubblico è caldo e non vede l’ora di saltare. Sul palco i grandi successi di una carriera che, ormai, è bella lunga e ricca di soddisfazioni: dai pezzi dell’ultimo disco, “Quando sorridi” e “Molto calmo” agli evergreen, “Lady”, “Nessuno”, “La mia signorina“, appunto. La consueta energia e qualche momento di pregevole improvvisazione, come quando l’asta del microfono passa a miglior vita e lui intona una serie di stornelli per scacciare via l’imbarazzo e ricevere un bell’applauso, scontato quanto meritato. Vado a trovarlo dietro le quinte, un’ora prima dell’inizio: mi viene offerta una birra, l’atmosfera è quella giusta e la chiacchierata acquista subito un bel sapore…
Tanti pezzi pronti che non volevano uscire: poi ecco il disco e una lunga tournee. Come ci siamo arrivati?
Eh sì, finalmente abbiamo chiuso! Anche se le decisioni di chiudere tutto non le prendo mai io, sono sempre gli altri a dirmi: “Giovanni, ora è il momento di chiudere tutto“. In quei casi io vado in agitazione, non vorrei finire mai: il mio disco ideale è quello che si chiude in una settimana.
Il rap sta acquisendo la portata del pop, è ormai una musica generalista: tu, 20 anni fa, sei stato un precursore. Oggi potresti seguire la moda…
Il mio ultimo disco rap risale alla fine degli anni ’90: sai cosa ti dico? Più passano gli anni, più viene meno l’occasione per accodarsi, anche per questo mi sono staccato dalla moda.
Che ne pensi di questi nuovi fenomeni di genere? Da Moreno a Fedez…
Come ti dicevo poco fa, ormai il rap è diventato un genere da teenager: in Italia, tra l’altro, si è giovani sino a 40 anni, diciamo che io ho iniziato a considerarmi vecchio tra i 40 e i 41! (ride).
Ami molto le collaborazioni, molto belle le ultime cose con J-Ax: ora ecco Terron Fabio dei Sud Sound System: come mai proprio lui?
Spesso è un problema di tempo, di organizzazione. Provare qualcosa di nuovo è, a volte, un problema di più. Anche per questo, spesso finisci col lavorare con chi sta vicino a te: avevo in testa Fabio già da qualche settimana, l’ho sentito al telefono, ci siamo visti in studio a Bologna e abbiamo fatto tutto in poco tempo. Per il resto, sono uno che ha sempre tanto da dire, mi piacerebbe pensare ad altre collaborazioni, ma è una cosa che deve “capitare”.
Manca poco e saranno 10 anni dal tuo swing di Sanremo (Leo re piccole, ndr.). Ti farebbe piacere tornare all’Ariston?
Tutti si agitano molto quando arriva Sanremo, la musica interessa poco… Dipende dal momento, adesso ti dico che non ci vado, magari tra 5-6 mesi parlerò di Sanremo come di una amena località della riviera ponente in cui amerei soggiornare nei tempi del Festival…
Ultima domanda: cosa canticchiavi da ragazzino e ancora oggi fischietti nei momenti di relax?
Rispondere è un’impresa, ce ne sarebbero un’infinità. Canto di continuo, difficilmente ripeto le stesse canzoni, ogni giorno improvviso qualcosa di diverso. Adoro il cinema, ci sono una marea di film che rivedo spesso con piacere, per cui è probabile che sia lì dentro il pezzo che stai cercando. Dai, te lo dico la prossima volta… (ride)
PS: peccato, speravo me lo dicesse prima di andare via…
(foto by kikapress.com)
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