Tripudio, trionfo, tifo. Una coreografia degna di un eroe calcistico di Inter o Milan: questa è stata l’accoglienza riservata a Jon Bon Jovi, 51 anni spesi benissimo, e alla sua rock band. Una vera e propria curva calcistica quella dello Stadio San Siro, con enorme bandiera americana disegnata sugli spalti e tanti tricolori in mezzo al prato. Erano in oltre 50mila per il biondo rocker, l’unica tappa italiana del “Bon Jovi Because We Can – The Tour“…
GUARDA TUTTE LE FOTO DEL CONCERTO
Un’energia senza pari. Un concerto travolgente. Milano abbraccia Bon Jovi, una band completamente avvolta dall’entusiasmo sincero dell’impianto meneghino: il trentennale della formazione di John Francis Bongiovi Junior ha scatenato gli oltre 50mila accorsi a San Siro. Per lo storico leader una giacca di pelle e la chitarra sotto il braccio: una vera epopea la sua, fatta di 120 milioni di dischi venduti…
Il cantante americano è rimasto sorpreso dall’accoglienza del pubblico: lui e la sua discendenza italiana diretta, il nonno era siciliano purosangue, di Sciacca. Il concerto è partito con un pezzo estratto dall’ultimo album, “That’s what the water made me“. La pop star ha così ringraziato i suoi fan: “Che bello essere qui, che posto unico. Abbiamo molte canzoni da suonare, quindi allacciate le cinture e lasciate guidare Johnny…”
Nota di colore (e di calore) l’emozione suscitata da “Because We Can“. Il pubblico di San Siro ha improvvisato una bellissima coreografia capace di commuovere Jon Bon Jovi al punto da far fermare la canzone e farla ripartire. Succede, e quando succede, è bellissimo.
Il chitarrista Richie Sambora, ufficialmente assente per motivi personali, è stato sostituito dal canadese Philip Theofilis Xenidis (alias Phil X), già noto per avere suonato al fianco di Alice Cooper.
LA SCALETTA
That’s What the Water Made Me
You Give Love a Bad Name
Raise Your Hands
Runaway
Lost Highway
Born to Be My Baby
It’s My Life
Because We Can
What About Now
We Got It Goin’ On
Keep the Faith
Amen
In These Arms
Captain Crash & The Beauty Queen From Mars
We Weren’t Born To Follow
Who Says You Can’t Go Home
Rockin’ All Over The World (John Fogerty)
I’ll Sleep When I’m Dead
Bad Medicine
Dry County
Someday I’ll Be Saturday Night
Love’s The Only Rule
Wanted Dead Or Alive
Undivided
Have A Nice Day
Livin’ On A Prayer
Never Say Goodbye (strofa+ritornello Jon solo, acustica)
Always
These Days
This Ain’t A Love Song
(foto by kikapress.com)
Il Nameless Festival è un'esperienza a 360 gradi, che combina la passione per la buona…
Rivelata la classifica inedita dei Rapper italiani più ricchi: ecco chi guadagna di più di…
Alice ha continuato a evolversi come artista, mantenendo viva la sua passione per la musica…
Self Control compie 40 anni e Raf parla del lato oscuro della canzone di fama…
I biglietti del tour di Annalisa stanno andando sold out ma per Milano ci sono…
Un altro anno di grande musica nel cuore verde d'Italia, che quest'anno ospiterà diversi nomi…