Ne è valsa la pena? Forse sì, perché c’era una folla che chiamava musica, un pubblico da casa curioso di assistere a uno spettacolo nuovo, diverso, armonico. Sarà che, ormai, siamo stati abituati ai Talent Show (nuovo intrattenimento degli ultimi anni), ma una serata come quella degli “MTV Awards” passa perfettamente inosservata. Una conduzione farraginosa, quasi improvvisata (Pantani e Raffaele ottimi artisti, ma la cornice non era quella giusta per due comici-imitatori), una serie infinita di personaggi a calcare il palcoscenico (oltre ai cantanti, un numero eccessivo di “Presenter”) e un entusiasmo claudicante tra il pubblico, almeno a giudicare dalla resa televisiva…
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In pochissime righe vi abbiamo fatto capire che è inutile fare confronti con il Festivalbar, perché è lì che molti sono andati “a parare” su Twitter: una massa di opinionisti nostalgici, che hanno preferito commentare “di pancia” una serata parecchio noiosa e prevedibile. Da questo punto di vista è difficile trovare i lati negativi, dando la colpa a questo o a quell’elemento: due conduttori in gamba, ma più adatti a un programma televisivo classico, non ad uno show che richiama un pubblico (disattento, è naturale) di migliaia di persone.
FESTIVALBAR 2013, ECCO MARCUZZI E DE FILIPPI (?)
Il fatto curioso è stata la decisione di partire con Max Pezzali e la datata (quanto coinvolgente) “Tieni il tempo”. Tanti anni fa era stata una delle canzoni più suonate al Festivalbar: l’atmosfera era diversa, forse partire con un pezzo “antico” è stato il tentativo di richiamare un passato ormai sepolto. Musicalmente, tocca ripetersi, ascoltiamo una Chiara Galiazzo tecnicamente impeccabile, ma – lo diciamo da tempo – più adatta a brani in inglese. E ascoltiamo molto rap, da Emis Killa ai Club Dogo, da Fedez a Moreno (il più osannato). Il rap è un genere stratosferico, ma sta diventando terribilmente generalista, proprio come il pop fino a qualche tempo fa. In questo modo rischierà di perdere la sua forza comunicativa…
Il sindaco Renzi premia una Gianna Nannini sempreverde (canta in playback, ma salta come un grillo), ed è forse l’unico “Presenter” che valesse la pena invitare, giusto per fare gli onori di casa. Il meccanismo di voto, nomination e proclamazione del vincitore di categorie è risultato anch’esso un po’ lento: per carità, ci può stare, ma siamo a MTV. E non basta una (stridente) voce fuoricampo a dire “casino” per dimostrare di essere giovani.
(foto by facebook)
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