Fegiz: “Amoroso scarso spessore, per Baglioni un altro mausoleo…”

L’altro giorno mi è capitato tra le mani un articolo del “Corriere della Sera Magazine” in cui Mario Luzzatto Fegiz, tra il serio e il faceto, criticava il talento di Alessandra Amoroso, concentrandosi sul passato (recente) di una ragazza che non conosceva “Space Oddity”, David Bowie e Lou Reed. A quel punto, anziché riportare la notizia, ho pensato che sarebbe stato più interessante parlarne col diretto interessato…

Come spesso capita, dalla Amoroso siamo finiti a parlare del momento attuale della musica italiana, senza far filosofia, ma concentrandoci sui protagonisti veri: Fegiz ne ha per tutti, a modo suo tesse le lodi di Tiziano Ferro ed Emma, non risparmia critiche alla Amoroso, analizza il fenomeno “Talent Show” e l’exploit dei rapper (quasi improvvisando al telefono un freestyle sul Piotta), fotografa il provincialismo di Max Pezzali e ammette forti perplessità sul nuovo progetto di Claudio Baglioni

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La Amoroso ti piace o no? Quella cosa ha fatto imbestialire i fan…

Il tutto è tratto da un mio spettacolo teatrale, “Io odio i Talent Show“, dove ho riprodotto una vera intervista fatta a Radio2 alcuni anni fa. Ad Amici fui colpito da questa ragazza forte e insieme imbranata: ha venduto 400.000 copie, senza che io la recensissi, quindi i conti non tornano. Questa vende senza aver bisogno delle mie recensioni… (ride) Odio i Talent perché mi hanno rubato il mestiere di critico, spalmandolo su sms, e-mail, televoto…

..quindi odi anche quelli che escono dai Talent…?

No, assolutamente. Ma i figli dei Talent sono prodotti in divenire: una pasta che sta lievitando, al primo boccone è molto buona, poi il mal di pancia è assicurato. Alessandra Amoroso non sa chi è David Bowie (nel frattempo l’avrà imparato, penso), e neppure cosa abbia rappresentato Enzo Jannacci: per chi vuole fare il cantante, questo non è un dramma.. è una tragedia! Per il resto, ritengo sia artista di scarso spessore: trasmette emozioni, senza dubbio, ma chissà se queste emozioni vivranno nella lunga distanza…

A settembre sarà prodotta da Tiziano Ferro: per Masini lui è l’ultimo vero cantautore…

Sono d’accordo con Marco. Ferro è senza dubbio il punto d’arrivo della canzone d’autore: questa partiva da Modugno per arrivare fino a Jovanotti. Tiziano va oltre, trascende la stessa canzone d’autore, grazie a soluzioni armoniche e vocali assolutamente inedite. Rappresenta l’unica novità degli ultimi 15 anni, accanto ai Negramaro.

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Moreno ed Emma insieme a Sanremo 2014: li vedi bene?

Emma è molto brava, molto forte. Un bel personaggio, una ragazza dotata di autoironia, merce rara tra questi ragazzi: tra l’altro, porta bene a chiunque possa duettare con lei, guarda il salto armonico dei Modà in “Arriverà”. Per inciso, dobbiamo ammettere che la loro affermazione a Sanremo (arrivarono secondi, con lei a fianco) sia un segno dei tempi molto interessante.

Quanti rapper in circolazione, vero? Strano trend…

Anni fa andavano tantissimo Frankie Hi-Nrg o gli Articolo 31. ma credo che non si possano fare confronti. Tu pensa anche al Piotta, un vero antesignano! “Dimme qual è il nome di ‘sta crew che te spacca, tutti insieme: Robba Coatta!“. Hai visto come sono preparato? Sto improvvisando, eh… Mi piace molto il rap, è una musica manierista come il liscio: in entrambi i casi puoi prevedere la battuta successiva. Allo stesso modo, i rapper tendono ad assomigliarsi un po’. La rivoluzione non sono loro, ma il fatto che il rap stesso sia diventato ormai una musica generalista, questa è la verità.

Baglioni: che ne pensi del nuovo progetto “Con Voi”, con brani lanciati ogni tanto su iTunes?

L’ennesimo modo per ammazzare la noia che lo attanaglia. Prima s’è fatto il mausoleo a Lampedusa, adesso si costruisce quello virtuale. Credo molto poco a questa forma d’interazione, devo dire la verità: la vera interazione avviene con i cantastorie, non con gli artisti. Il cantastorie di piazza può realizzare la canzone fresca di giornata, è una via di mezzo tra il cronista e l’artista…

Spiegati meglio…

L’arte non può lasciarsi condizionare dall’attualità, sono molto perplesso. Secondo me quello di Baglioni è un modo fittizio di coinvolgere la gente. Sono d’accordo con lui quando dice che non sa dove andrà a finire tutta questa operazione. Magari Claudio ha dei pezzi già pronti, da tirare fuori al momento giusto, ma sarebbe in malafede: se avesse davvero dieci capolavori da lanciare, allora ci sta un po’ prendendo in giro. Magari alla fine ci regalerà comunque delle belle cose. Invece io penso che lui passi le giornate davanti al computer, a interessarsi dei blog, di quello che scrive la gente nella quotidianità. Non so se questo gli farà bene.

Max Pezzali: chiudiamo il cerchio, ha ragione Fiorello a dire che è stato il Battisti degli anni ’90?

Battisti e Pezzali sono un po’ lontani: attenzione, anche gli 883 sono un punto d’arrivo della canzone d’autore, ma nelle loro canzoni dell’epoca c’era un forte provincialismo unito a punta di goliardia. Battisti è altra roba: in lui regna un purismo che esce fuori dalla sua follia creativa e dalla sua timbrica, oltre che dai testi di Mogol. “Nord Sud Ovest Est” e “Rotta per casa di Dio” sono belle canzoni, ma danno l’idea di un certo tipo di orgoglio provinciale, di disagio provinciale. Lucio Battisti faceva una musica molto più cosmopolita.

(foto by facebook)

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