Siamo arrivati alla fine (almeno per questa stagione) di una bella avventura. Edicola Fiore chiude i battenti, abbassa la saracinesca: un lungo viaggio iniziato nel 2011, lentamente che come una palla di neve è diventato sempre più grosso e più veloce. Intrattenimento di prima mattina, come i grandi show radiofonici all’americana, come lo stesso Fiorello era capace di fare a Radio ” con l’amico Baldini. Per il gran finale di @EdicolaFiore (12 giugno in streaming sul sito rosariofiorello.it) è stato preparato (anzi, pensato, perché Rosario è uno che adora improvvisare) un piccolo grande show: durerà un’ora e mezza, non meno. Una collocazione diversa quella del Web, un luogo che, come lui stesso ha dichiarato all’ANSA “..è il presente e il futuro per me“. Lui, lo showman dei record, il Re Mida della televisione italiana. Semplice, brillante, devastante.
JOVANOTTI CANTA LA SIGLA DI EDICOLA FIORE – GUARDA IL VIDEO
Una festa di compleanno, ospiti di varia estrazione, soprattutto protagonisti del mondo della musica italiana, coloro che sino a questo momento hanno sostenuto questo originale format: da Biagio Antonacci ai Negramaro, da Jovanotti a Max Pezzali. E poi altri amici, come Gianluca Guidi e il “nostro” Matteo Brancaleoni. La colazione diventa brunch, l’orario si sposta, si passa dalle 7 del mattino alle 11: accanto agli ospiti speciali, tutto il cast dell’edicola: Agonia, Gionuein, Cesare l’edicolante, Fabione, il benzinaio Er Pompa, Arnaldo Er Monnezza, Cipri il discografico, Tragliatella, Rogano, il fioraio Tulipano, er Dottore e la moglie der dottore, Dante…
Gli amici dell’edicola
Tanti sono passati da quei tavolini, senza sapere quale vantaggio potesse portare un’ospitata del genere: Fabio Volo, Syria, Antonio Maggio, Il Cile, Pierpaolo Peroni, Renzo Rubino, Malika Ayane, Luca De Gennaro, Biagio Antonacci, Giovanni Vernia, Claudio Lauretta, Giuliano Sangiorgi, Enrico Ruggeri, Luca Barbarossa, Nicola Savino, Catena Fiorello, Fiorella Mannoia, Max Pezzali, Davide De Marinis, Marco Mengoni, Gianluca Grignani…
Un format da esportare? Impossibile.
Un nuovo modo di fare Tv? No, è semplicemente un’altra tv, un’altra cosa. Dove l’attributo “altra” avvicina Fiorello agli esperimenti di Arbore, di quell’altra Tv degli anni ’70 e ’80, quando c’era bisogno di cambiare marcia e di dare un segnale a un modo noioso di fare intrattenimento. La musica resta protagonista, poi gli amici, gli smartphone, l’improvvisazione. Un format a tutti gli effetti, che potrebbe essere tranquillamente venduto all’estero. Peccato che in America, Svezia, Regno Unito e Papuasia uno come Fiorello non l’hanno ancora inventato.
(foto by twitter)