Un ragazzo sfortunato. No, nessuna compassione, Silvio Barbieri sta benissimo. E’ solo che è stato sfortunato, perché nel 2009 ha dovuto scontrarsi con Marco Mengoni: quell’anno, a X-Factor non ce n’era per nessuno. Era una sfida impari. E dire che dietro le quinte era un comune sentire “Dai, Marco non mangiarti le unghie, stai sereno, tanto vinci tu…“. Così racconta Silver, anima british, amore sconfinato per la musica semplice, nuda, come quella degli anni 60 e ’70 (dai Beatles a Bob Dylan), ’80 e ’90 (da Bennato a Vecchioni). Rapporto speciale con Morgan che, ci tiene a dire, “ho conosciuto prima come uomo e poi come artista“, e che gli è stato sempre vicino, anche nelle piccole cose, come il prestito di qualche abito “ad hoc”.
Parlare di musica, con lui, regala qualche momento di serenità, perché rappresenta uno di quei giovani artisti che hanno l’umiltà di osservare quel che accade in giro, di non lasciarsi attraversare dall’attualità, anche quella più cruda (Silvio è spesso attivo nel sociale, “La terra trema” è uno degli ultimi esempi a tema). Vocalmente ricorda il miglior Alberto Fortis, ma lui ha pochi dubbi: l’ultimo, vero, cantautore da prendere a modello è certamente Cesare Cremonini…
X-Factor: cos’è cambiato con il passaggio a Sky?
Lo ammetto, l’ho seguito poco negli ultimissimi anni, ma l’elemento forte è quello legato all’impostazione televisiva: ormai va nella stessa direzione USA o UK, in primo piano per l’importanza data alla scena e alle coreografie. In questo un ruolo importante lo ha giocato l’ottimo Luca Tommassini.
Tu hai mantenuto un’identità, altri sono un po’ cambiati: Ornella è diventata Ada Reina…
Con lei sono tutt’ora in contatto, ha fatto il suo percorso, è una ragazza determinata e preparata. Io sono rimasto quel che ero: prima ancora di X-Factor facevo musica, già a 15 anni andavo in giro con la mia band (Sunshine, ndr). Il programma mi ha fatto crescere, dandomi qualcosa in più, ma senza snaturarmi.
Era l’anno di Mengoni, che ricordi hai di lui?
Dietro le quinte gli dicevamo: “Cosa ti mangi le unghie a fare, tanto vinci tu“. Lui rideva, e diceva: “Smettetela!” Ha fatto un grande cambio di “struttura” attorno a sé, parlo anche di struttura artistica. Nell’ultimo album ci sono collaborazioni internazionali di rilievo, in #prontoacorrere c’è Mark Owen, mica l’ultimo arrivato…
Eri in regia Rai a seguire l’Eurovision: che ne dici dello spettacolo? Ha vinto un plagio in sostanza, notizia di ieri sera…
In regia si parlava di questo plagio, si. Vedo che anche te l’hai notato. Marco era super elegante, vestito all’italiana, vocalità e stile all’italiana. Che bello tutto questo! All’Eurovision si è sentita tanto l’influenza della dance. Troppo, forse. Lui si piazzato settimo: con una scelta così coraggiosa, è stato risultato più che positivo.
“Glass Of Water”, grazie per il regalo: pensi che la musica possa ancora trovare successo come la semplicità di un bicchiere d’acqua?
Mi auguro che si possa riscoprire il gusto per le cose semplici. Bisognerebbe togliersi la maschera, fare musica un po’ più “nuda”. Recentemente ho fatto un live a Bologna, la sessione acustica è stata comunque un successo. La gente apprezza questo genere di cose, secondo me questo non va sottovalutato.
Il tuo sito: ti presenti con una foto stile “Arancia Meccanica”: è un caso?
E’ un caso, lo giuro! (ride) Mi piace molto, tra l’altro in questa e in altre indosso i vestiti di Morgan. Un giorno mi ha portato a casa sua per farmene provare alcuni: sono tornato indietro con la macchina piena zeppa di abiti che utilizzava nei suoi servizi fotografici. L’unica giacca che non ha voluto regalarmi è quella che indossai a X-Factor durante “Le cose che abbiamo in comune”. Peccato!
L’altro giorno hai postato su Facebook “La terra trema”: sei molto legato a questo brano, vero?
Questo brano ha una storia a sé, nacque anni fa con i Sunshine, era il tempo del terremoto d’Abruzzo: non abbiamo mai voluto lucrarci, ma dopo aver conosciuto un’associazione (Emilia Livet) abbiamo pensato di mettere il pezzo su iTunes. Gran parte dei proventi andrà a sostegno di chi ha deciso di adoperarsi per tutta la gente colpita da quel terribile sisma.
Idea, te ne vai 15 giorni in Polinesia: porti con te l’armonica o la chitarra?
Chitarra. Magari trovo un liutaio che me la smonti prima, in aereo sarebbe un po’ ingombrante, sai! (ride)
Tra gli italiani di ieri e di oggi chi apprezzi?
Facile: Cesare Cremonini mi ha colpito parecchio con l’ultimo album. Grandi cori, doppie voci, arrangiamenti moderni. Il suo sound è insieme classico e innovativo, riporta allo stile dei Beatles, non annoia mai, anzi incuriosisce a ogni ascolto.
Morgan diceva di te che avevi una voce molto comunicativa: cosa ti ha insegnato durante le prove?
Sono uno dei pochi ad averlo conosciuto prima come persona, poi come artista. All’inizio avevo timore, mi faceva sentire in soggezione. Lui ha un’immensa passione per la musica, vederlo al piano è uno spettacolo, traspare la sua emozione, ama stupire sé stesso e gli altri. E’ un grande, forse sottovalutato.
“Tre gocce” è ballad intima e romantica, “Se mi freghi un respiro” è frizzante e molto comunicativa: tu dove ti collochi?
Ultimamente sono portato a scrivere sul “romantico andante”, ma il mestiere dei cantautori è “disgraziato”, in inverno scrivi per l’estate e d’estate per l’inverno. Si rischia di uscire pazzi! Comunque sto a metà, non ho alcuna predilezione.
Quanto contano i social per te e perché senti l’esigenza di farti vedere e ascoltare così tanto?
Mi affiancano persone competenti sul terreno del web, a volte organizziamo delle video-chat dalla mia mini sala prove casalinga: la gente scrive, io rispondo e suono 2 o 3 canzoni. Sono un cantante, parlo, ma soprattutto suono.
..ma poi con le Yavanna hai combinato qualcosa, oppure t’hanno mandato in bianco?
Mi fai venire in mente Virginia, la più grande del gruppo: sono stato l’unico ad essere invitato… al suo matrimonio! Circa un anno e mezzo dopo X-Factor. Ho pensato “Cavolo, mi è andata male!” (ride)
(foto by Uff. Stampa)
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