Tre ragazzi allegri e alla mano che in pochi mesi sono balzati in cima alla classifica italiana con “I See You“, un brano divertente e orecchiabile che è impossibile non aver sentito almeno una volta alla radio. Sono i Jutty Ranx, band composta dal cantante Justin Taylor, dal dj e produttore Jaakko Manninen (vi ricordate la hit “Dance, dance, dance” dei Beats and Styles? Dietro c’era lui, ndr) e dal polistrumentista Ryan Malina, con base operativa a Los Angeles ma con il cuore in Italia. Qui hanno raggiunto il loro maggior successo, e per questo hanno deciso di far uscire in anteprima il loro album “Jutty Ranx”, proprio nel nostro paese. Incuriositi da questo fenomeno musicale, siamo andati ad incontrarli a Roma, dove hanno presentato il disco, e che li vedrà esibirsi dal vivo sul palco dell’Xs il 22 maggio.
Ciao ragazzi! Com’è tornare in Italia, visto che proprio qui è partita la storia di “I See You”? Ci potete raccontare di quella notte di ispirazione grazie alla quale è nata questa canzone che ha scalato le classifiche italiane? In quella stanza d’albergo a Milano…
Justin: E’ stupendo essere di nuovo qui! Siamo circondati da amore e bellezza ogni volta che veniamo…
Jaacko: E’ nato tutto dall’essere annoiato in una stanza di albergo. Ero solo, con il mio laptop e la mia chitarra da viaggio ed è successo. Si è trattato di essere nel posto giusto al momento giusto. Conoscevo già Justin e avevamo scritto delle canzoni insieme e stavo proprio pensando a lui. “Voglio fare un’altra canzone con lui!” mi sono detto ed nata così, spontaneamente, “I See You”. Non ho dovuto sforzarmi, era la mia mano a fare tutto da sola.
Seguite la musica italiana? C’è qualche artista che vi piace particolarmente?
Ryan– Jackoo– Justin: Sì, assolutamente. Gary Low e Giorgio Moroder per la musica disco e poi Pavarotti e Andrea Bocelli.
Guarda le foto dei Jutty Ranx a Roma alla presentazione dell’album
Domanda da un milione di dollari: perché secondo voi l’Italia vi ama così tanto? In fin dei conti è proprio qui che avete siete esplosi e avete maggior successo…
Justin: Credo che il grande successo in Italia sia dovuto al fatto che abbiamo una piccola etichetta discografica, che rende tutto molto più personale. Non è come se fossimo con una major dove saremmo come “catturati dall’ingranaggio”. Con la nostra etichetta c’è una cura e un interesse a livello personale verso di noi e il progetto, è un tipo di amore speciale. E’ come il cibo fatto in casa: sarà sempre meglio che Mc Donald’s o Burger King. La nostra etichetta, Surya Musica, è coma una grande famiglia per noi, il nostro successo è anche merito loro.
Ryan: E’ anche merito degli italiani, del loro calore, della loro accoglienza speciale…
Justin: Gli italiano hanno un gusto favoloso, il migliore al mondo! E’ questo il vero motivo! (ridono)
Bè, sono d’accordo! Veniamo al vostro primo album, uscito il 21 maggio in Italia, il primo paese di lancio, intitolato semplicemente “Jutty Ranx”. Cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro album? Ritroveremo lo stesso incontro di più stili musicali che contraddistingue “I See You” o qualcosa di diverso?
Justin: Penso che il nostro sia un album adatto da ascoltare in tante situazioni. Per esempio è un sound che funziona bene mentre ci si allena, per animare una festa, ma anche per fare l’amore. Contiene vari ritmi, i ritmi della vita, come i battiti del cuore.
Jaacko: Durante la lavorazione del disco abbiamo voluto mantenere un approccio aperto verso ciò che volevamo fare, senza nessun tipo di limitazione. Non ci siamo detti “No, non possiamo fare questo, non è il nostro stile”, tutto è possibile con questo progetto. Credo che comunque ci sia un fil rouge che unisce tutti i nostri brani.
Justin: Se vi piace “I see you”, sicuramente vi piacerà anche l’album perché lo spirito alla base è lo stesso.
Come band racchiudete un mix di culture differenti: tu Justin sei americano ma hai origini giamaicane e neozelandesi, Jaacko è finlandese e Ryan è della California. Questo ha influenzato la vostra musica, che è una contagiosa fusione di elettronica, pop, dance e dubstep?
Justin: Forse, ma non credo che sia veramente il punto. E’ meno ovvio di quanto si possa pensare: il nostro sound è così perché la mia pelle è un po’ più scura di quella di Ryan e Jaacko. Abbiamo avuto influenze musicali diverse e veniamo da posti simili, ma diversi. E’ un concetto superato, se parli di un differente colore della pelle con i giovani ti risponderanno: “ma cosa significa?”.
Jaacko: Credo che la nostra diversità sia a livello personale, nel nostro modo di lavorare insieme e dell’alchimia che si crea tra di noi. E’ questa la cosa più importante.
Ryan: Questa non è più una novità: accade di continuo, in tutti i settori e in tutti gli aspetti della vita che persone che vengono da luoghi diversi e con background culturali diversi che si uniscano.
Siete in Italia per lanciare il vostro album ma anche per alcune date live. Il 22 maggio suonerete a Roma, il 23 a Milano e il 25 a Positano. Dateci qualche anticipazione: come sono i vostri show? Come suonate dal vivo la vostra musica? Fate degli arrangiamenti? Ci mettete del freestyle?
Jaacko: Il live è senza dubbio il momento più importante per noi come musicisti, anche più di scrivere le canzoni. Odiamo suonare con la traccia registrata, vogliamo sempre creare musica in modo “organico”.
Justin: Su alcune canzoni facciamo una sorta di adattamento, cercando di renderle sempre interessanti ma comunque facendo attenzione a restare fedeli alla visione che abbiamo avuto mentre scrivevamo quella canzone. Non ci piace riprodurre in modo asettico l’album, come se fossimo pigri. Ci piace prendere seriamente i nostri live e mostrare che apprezziamo l’amore che riceviamo. Siamo molto orgogliosi del fatto che ogni suono dell’album lo ricreiamo in live. Non è semplice spiegare come, la cosa migliore è venire ai nostri concerti e vederlo di persona! Succedono un sacco di cose, è un mix di passioni ed emozioni… è così potente da essere pericoloso!
Non ci resta che venire a vedere quanto siete… “pericolosi” allora! Un’ultima cosa, un regalo per Velvet Music: ve la sentite di improvvisare “I See You” a cappella?
Justin: Certo! Ma solo perché siete voi…