Una festa di palloncini colorati, telefonini verso l’alto come fossero la torcia della Statua della Libertà. Atlantico Live gremito da circa 2000 persone: un’esplosione di gioia per un artista che da oltre cinque anni accompagna le loro giornate. Ieri sera Roma ha abbracciato Marco Carta, un concerto speciale, sincero, senza impalcature o artifici, con una scaletta piena di canzoni vecchie e nuove (“Mi hai guardato per caso”, “Dentro ad ogni brivido”, “Necessità lunatica”, “La forza mia”) e alcune cover di prestigio (“La donna cannone”, “E penso a te”). Prima che parta tutto, incontro Marco in camerino: facciamo due chiacchiere e, per una volta, non sono io a fare domande, ma i fan, “le cartine” che hanno scritto in massa alla nostra redazione. Così, lui dedica loro il suo concerto (grandissimo entusiasmo questa sera, l’Atlantico vive ed è più vivo che mai), noi di Velvet dedichiamo al suo pubblico questo servizio…
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Le cartine domandano, Carta risponde…
Francesco, Eva, Giovanna, Federica, Chiara, Caterina, Paola, Elisabetta, Charlotte, Lina, Francesca, Carmen. Sono solo alcune delle sfegatate fan di Marco che ci hanno scritto per avvicinarsi a lui durante questo spettacolo: il backstage è il regno dell’accoglienza, l’artista in campo offre da bere e da mangiare, come se questa fosse casa sua, anche solo per una sera.
Ecco il racconto, senza un ordine, come fosse un dialogo informale tra lui e la sua gente: “Ho in mente da anni qualche duetto per il nuovo album , ce l’ho da anni, ma per scaramanzia resto in silenzio. Ringrazio Eva Blu, di cuore: forse è vero, la mia voce si sposerebbe bene con ‘Just give me a reason’, ma non so se riuscirei a far meglio del cantante dei Fun…!” (ride)
CANTANO LE CARTINE
“La cosa che amo di più è la mia famiglia. Alla vigilia di uno spettacolo preferisco parlare di cose lontane dal concerto, altrimenti impazzisco e l’ansia cresce. Ho sempre un’ansia terribile: questa è bella sul momento, ma le quattro ore precedenti ti logora da morire… Le mie sensazioni variano in base a quello che il pubblico mi dà: dopotutto, le emozioni sono senza controllo e non tutti i concerti sono uguali…“.
“Progetto spagnolo? Beh, i tempi spagnoli sono parecchio lunghi, vediamo cosa accadrà con l’anno nuovo, dovrebbe essere un progetto globale, che abbracci il Sud America, queste sono le nostre intenzioni. Vedremo…“.
INIZIA IL CONCERTO
“Adoro il mio pubblico, devi sapere che le fan mi fanno troppi doni: recentemente mi hanno regalato un trolley, a Milano l’ho riempito… di regali! Ieri il mio manager mi ha detto che la macchina era già piena di bellissimi pensieri. Tra tre giorni è il mio compleanno, sai…“.
“Tour? Posso dire che diverse date toccheranno il sud Italia: saranno tante, la notizia ufficiale arriverà presto, abbiate pazienza“.
“Una scaramanzia prima di salire sul palco? Guardo il cielo, un attimo prima di partire. Quello è il mio ultimo respiro…“.
Ventiquattro piccole storie di una storia che dura da più di qualche anno: Marco Carta è stato uno dei primi “prodotti da Talent Show” e, piaccia o no – nonostante il tempo trascorso – è ancora sul palco a fare musica, i fan non si sono stancati di lui e delle sue canzoni. Il concerto scivola via nel migliore dei modi, nessuna sbavatura, le prime file sovrappongono il loro canto corale a quello della voce del protagonista. Lui è felice, loro altrettanto. Si chiama “armonia”, così mi hanno insegnato.
(foto by kikapress.com)
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