“Chi guarda nei miei occhi ritroverà i tuoi occhi, siamo due gocce d’acqua divise troppo in fretta…“. Non è la classica canzone d’amore, non è una storia d’amore che finisce male, ma è la storia più importante di Marco Carta: il suo ultimo singolo “Ti voglio bene” è dedicato alla madre, la persona dalla quale ha imparato tutto, soprattutto “una cosa speciale, che a esser sé stessi non c’è niente di male…”. Gli uffici della Warner Music sono teatro di una lunga chiacchierata, dove scopro un ragazzo sincero e sensibile, diretto, come tutti quelli che vengono dall’isola. La Sardegna è una parte di lui, anche se non ama manifestare questo “legame”: sa di avere addosso l’etichetta di uomo-talent, ma è fiducioso che presto riuscirà a scrollarsela di dosso.
Il suo maestro rimane Lucio Battisti, gli mancano molto le imitazioni di Fiorello (col quale spera di organizzare presto “quella famosa cena a casa sua“). “Necessità lunatica” non è un disco di passaggio, ma di cambiamento, l’album della maturità, ma ora non vede l’ora di andare in studio per lavorare ad altri inediti. Siamo a Roma e ci tiene a invitarci al gran concerto del 17 maggio al Teatro Atlantico, mi confida che il prossimo Sanremo potrebbe essere quello del ritorno all’Ariston e si concede in video a una “cialtronata” ch’era impossibile non fare…
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Partiamo da “Ti voglio bene”, perché una canzone così speciale proprio in questo momento?
Non esiste un motivo preciso, è casuale: se avessi dovuto dare peso alla discografia, oggi non avrei dovuto fare questo pezzo: è quasi pesante, invernale, proprio adesso che, invece, la primavera è dirompente. Ho ascoltato il cuore, chiudere con questo era una promessa che avevo fatto a me stesso. Siamo al quarto singolo dell’album, non penso che farò il quinto, adesso voglio lavorare a un disco nuovo…
Onestamente ti aspettavi di fare il bis ai Kids’ Choice Award?
Non mi aspettavo il primo, figuriamoci il secondo! I miei avversari non erano proprio “da buttar via”, devo confessarti che pensavo vincesse Emma, ma la speranza è l’ultima a morire.
Elio, nella sua ultima canzone, dice che al Primo Maggio quelli con lo zaino, chissà perché, sono tutti di Cagliari…
Noi siamo attrezzati, non c’è niente da fare ragazzi!
Tu sei mai stato al concertone?
Abitavo a Cagliari, senza zaino (ride), era difficile organizzarsi per venire al concerto. Più in generale ti dico che quella fascia di pubblico deve ancora sapere qualcosa di me. C’è molto di più, purtroppo “passa” solo una parte di quello che io voglio fare realmente vedere. E’ complicato da spiegare, una parte la tolgo io, un’altra la leva il pubblico stesso: io sono ancora visto come il “padrone dei Talent”, ma credo che col tempo tutto potrà cambiare, sono fiducioso…
A proposito, Ilaria Porceddu oggi e i Tazenda anni fa hanno dato peso alla musicalità isolana: a te non ha mai stuzzicato l’idea?
Sono sardo dentro e non ho bisogno di farlo capire alla gente. Vivo a Roma, ma il mio cuore sta sempre a Cagliari. Mi dicono che dovrei cantare anche qualcosa in sardo, io non sono d’accordo: l’amore per la mia terra lo manifesto con il cuore, la mente, il corpo, non ho bisogno di ostentare. In questa fase della carriera non ho la minima intenzione di cambiare, un giorno chissà…
Tra le cantanti italiane sei molto legato alla Pausini, vero?
Sai, mia madre era una sua fan, era fissata con “La solitudine”: i bambini sono come dei pappagalli, mi veniva facile riprodurre tutti i suoni che sentivo, soprattutto le canzoni che passavano in casa. Quella la canticchiavo spessissimo: con Laura, tra l’altro, a volte abbiamo avuto gli stessi arrangiatori e gli stessi autori, ci sono anche analogie con i suoni, quindi…
Battisti o Baglioni? Ah, quella citazione sanremese del gancio in mezzo al cielo…
Ribadisco, citazione espressa e dichiarata, un omaggio! Baglioni è, di certo, tra i miei cantautori preferiti, inoltre rimane una persona fantastica, lo dicono tutti e io confermo. In testa comunque metto sempre Lucio Battisti: ha influito più degli altri, dimenticarlo è impossibile.
Si può dire che l’ultimo disco si stacca dall’apparente trilogia dei primi tre?
Forse hai ragione: una canzone resta tale, ma quei tre marchi di fila erano simili tra loro. Io penso che il vero salto di qualità sia arrivato proprio con “Necessità lunatica”, il mio album della maturità. I primi lavori non li dimentico, ci mancherebbe, anzi oggi durante i concerti riesco a interpretare meglio i brani del mio “passato”.
“Due mondi opposti” è una sorta di bonus track, quasi un capitolo a parte, vero…?
Assolutamente! Quasi una barzelletta: lui, sfigato, vuole lei: l’amica di lei è la classica stronza che la porta da un’altra parte… Insomma, è molto scherzoso, tragicomico!
Amici è cambiato molto quest’anno, ti piace questa formula con Emma direttore artistico?
Non conosco bene i ragazzi: posso dirti che Emma è una brava cantante, su questo non ci piove, ma io resto un grande fan di Miguel Bosè! Ho avuto l’onore di conoscerlo e di cantare con lui tempo fa. Un grandissimo artista, ha duettato con Shakira e con altri artisti di fama pazzesca. Ho amore viscerale per quello che fa.
Stai seguendo The Voice?
Qualcosa ho visto, sì: la prima impressione è che ci sia troppo buonismo. Ho sentito delle voci interessanti, questo va detto, ma vorrei che prima della fine ci fosse una “scossa”, nel senso che gli stessi coach dovrebbero essere un po’ più duri e decisi, gli stessi cantanti dovrebbero essere “stimolati” in una maniera diversa. Noemi è fantastica, Pelù un mito, la Carrà è la Carrà e Cocciante è immenso… Ti ripeto, i singoli vanno tutti benissimo, ma nell’insieme ci vorrebbe un po’ di pepe in più: non parlo di litigi, attenzione, quella roba in Tv non mi è mai piaciuta…
Prossimo anno vai a Sanremo, vero?
(ride, tanto…) Diciamo che non lo escludo…
Onestamente, quanto ti manca la Celentano e quanto le imitazioni di Fiorello…?
Di certo più lei rispetto a Grazia (Di Michele, ndr), è simpaticissima, mi manca da morire. Fiorello lo incontro spesso anche in zona, oppure in aeroporto: le sue imitazioni sono state un onore per me, dico davvero. Inoltre ci parliamo spesso e lui mi ha pure invitato ad andare a trovarlo nella sua villa in Sardegna, solo che quando lui è lì, io sono in giro per concerti o promozione.
Quali sono le canzoni di Marco Carta bambino che ancora oggi ti porti dietro?
Potrei vincere il Primo Premio tra i conoscitori delle sigle dei cartoni animati! Erano tutte bellissime, testi simpatici e immediati e composizioni di livello, a volte anche sottovalutate. Scrivile tutte, non ne ho una preferita!
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(foto by kikapress.com)
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