Lo abbiamo visto suonare per Obama, lo abbiamo ascoltato inneggiare a una bandiera con l’orgoglio di chi nasce in un posto e vive per esso. Non ci siamo mai stancati di lui, perché non è mai cambiato, rinnovandosi continuamente. Bruce Springsteen è alla viglia di un nuovo giro di concerti, il viaggio si è fermato a Oslo, dove una folla impazzita ha applaudito e cantato al suo fianco la storia della musica mondiale. Un mini-concerto acustico nel pomeriggio, poi la straordinaria performance alla “Telenor Arena” di Oslo: grandi ballate e l’entusiasmo di un esordiente alle prime armi. Da “Hungry heart” a “Thunder road“, fino ai pezzi più pregiati, come “For you” (al piano), “Born in USA”, “Born to run” e “Dancin’ in the dark” (con band al seguito). E l’arena viene giù…
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La musica è stracolma di domande. “Chiedi chi erano i Beatles” era il famoso incipit di una nota canzone italiana, ma l’interrogativo di un ragazzino di oggi potrebbe essere: “Perché quello lo chiamano il Boss?“. La risposta non è nel vento, ma in quello che vedi e quello che senti. Un concerto, un accordo, una smorfia, una frase: era così 40 anni fa, è così nel 2013. Mantenere un’identità, ritrovando ogni sera la forza di cantare questo o quel pezzo del passato, con la stessa carica del tempo che fu, andando a spasso sul palcoscenico (se la situazione lo richiede) o rimanendo immobili, magari al pianoforte (“The Promise”, giusto per fare un altro esempio), per comunicare diversamente un sentimento, un’emozione. Nel pomeriggio norvegese anche un mini-concerto acustico, a sorpresa, giusto per confermare di essere diverso da quelli che ultimamente calcano i palcoscenici della musica. E la voce? Intatta, ruvida, vera…
Presto arriverà in Italia: il 23 maggio a Napoli in Piazza del Plebiscito, il 31 a Padova allo Stadio Euganeo, il 3 giugno a San Siro e l’11 luglio a Roma a Capannelle. Abituato a grandi folle, si mostra già curioso per l’esordio campano (alla stampa ha dichiarato: “Sarà sicuramente una serata speciale. Ricordo quando ho suonato a Napoli, a teatro, fu magnifico, ma quella volta ero da solo, stavolta sarò con la band, ma lo capirò veramente solo quando sarò lì e mi guarderò intorno…“). Non serve ascoltare le sue canzoni, è sufficiente riflettere su quello che dice, tutto è mosso da una costante scarica di adrenalina. Capisci subito che è un leone indomabile, romantico, affamato. Appunto, dal cuore affamato…
(foto by kikapress.com)
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