Lo avevamo ribattezzato “Palasorcini“, non tanto perché il luogo in questione sarebbe stato popolato da adepti e seguaci convinti del Principe di Zerolandia, ma perché il progetto live di Renato è idea coraggiosa, quella di costruire un evento che viaggia meravigliosamente attorno a sé stesso. “Amo Tour 2013” è, infatti, un giro di concerti stantio (ossimoro), privo di paletti e stereotipi da raduno standard. Dal 27 aprile al 22 maggio sempre nella stessa città, Roma.
Apprezzatissima la sorpresa della proiezione in esclusiva del video “Un’apertura d’ali“, girato (da Alessandro D’Alatri) nel carcere femminile di Latina. Tanta musica, tante emozioni, con i grandi successi e le ultime perle dell’album “Amo” che hanno colorato una serata replicabile, quanto irripetibile. Qui sta la grande magia. Un’esplosione di musica: “Morire qui”, “La vacanza”, “Triangolo/Mi vendo”, “Fortuna”, “La vita che mi aspetta”, “Oramai”, “Vola alto”, senza dimenticare una dedica tanto speciale, quanto attesa…
L’inizio è una favola, letteralmente. Si parte con la “Favola mia”, con un pianoforte rosso che accompagna Renato: poi “Amico”, “E poi”, “Cercami”, prologo perfetto per tutti i brani del nuovo album “Amo Capitolo I”. Pubblico in visibilio per canzoni nuove, come “Chiedi di me”, “Voglia d’amare”, “Il nostro mondo”, intervallate da “La pace sia con te”. Ad un certo punto il cantautore – argento vivo, non c’è che dir – rivolge a tutti una sorta di monito: “l’amore è il consiglio che vi do, amori di secondo grado, terzo…non buttate via niente..”
RENATO COME BAGLIONI, DUE IDEE-LIVE A CONFRONTO
Costumi sfavillanti, pregevoli coreografie, atmosfere che richiamano – solo in parte – il Renato degli anni ’70 e ’80. Del resto, l’artista romano si è conservato bene, dentro (soprattutto) e fuori. Non ha mai cambiato pelle, rimanendo fedele a un’identità che ha fatto, col tempo, innamorare più di una generazione. Anzi, tre, quattro… Ecco 8 musicisti, un’orchestra di 34 elementi, diretti dal M° Renato Serio. Non poteva mancare il Corpo di Ballo formato da 12 danzatori con coreografie di Bill Goodson. Una cornice degna di questo grande show è stata il pubblico romano, mai domo e mai stanco di adorare il proprio beniamino.
Il momento più “alto” è stato quando una dedica che va verso il mare, che richiama quel piccolo navigatore di Lucio Dalla con il brano “Lu”. Che emozione vedere quel dito puntato verso un caro amico che ha intrapreso un altro viaggio, verso un altro mare. Un Palasorcini contenitore di un grande spettacolo, che diventa esso stesso contenuto speciale. Basti pensare che all’interno del vecchio PalaEur sono state allestite due mostre. Una, in particolare, vedrà esposti i costumi storici di Renato Zero con istantanee della sua lunga e appassionante storia.
(foto by facebook)
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