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Record Store Day, la passione corre sul vinile

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Scaffali impolverati, copertine una sull’altra a fare peso e volume, senza trovare una misura. La voglia irrefrenabile di fare un salto in un luogo magico, dove trovare i consigli di chi vive dietro a una cassa e non solo a battere scontrini. Filtro ideale tra la musica e i clienti più o meno affezionati. Domani, 20 aprile, sarà “Record Store Day“: una giornata di festa e passione infinita per vinili e negozi di dischi. Centinaia gli store coinvolti, dall’Europa agli Usa, all’Australia, e tante uscite discografiche per l’occasione. Con presentazioni di libri, sconti e gadget. E qualche ospite speciale…

Un Docu-Film per l’occasione!

I dischi, inutile nasconderlo, non sono semplicemente un bene di consumo, né – tanto meno – un oggetto. Hanno un valore che, come tale, va preservato. “Record Store Day” nasce negli Usa, anche per questo nobile scopo: mettere al riparo, appunto, il valore culturale e sociale dei negozi di dischi. Anche dalle nostre parti il 20 aprile è il giorno deputato alle celebrazioni: centinaia di pubblicazioni di cd e vinili in edizione limitata, performance di artisti, incontri, mostre d’arte e proiezioni di film. In ogni angolo della penisola, o quasi: da Milano a Bologna, da Napoli a Roma, da Torino a Firenze. In queste località verrà proiettato il film “Last Shop Standing – The Rise, Fall and Rebirth of the Independent Record Shop di Pip Piper”. Un documentario che prende spunto dall’omonimo libro di Graham Jones (tradotto da Arcana con il titolo di “Il 33° giro”). Un viaggio nella storia dei negozi di dischi del Regno Unito, con testimonianze di artisti come Paul Weller (Jam), Norman Cook (alias Fatboy Slim) e Richard Hawley.

C’era un ragazzo che amava i Rolling Stones…

Moltissime, dicevamo, le uscite discografiche in edizione limitata previste per il “Record Store Day”: dai Rolling Stones, di cui sarà ristampato il secondo EP Five by Five del 1964, a David Bowie che esce con due 45 giri, fino ai nomi nuovi e leggendari della scena underground come Black Angels, Robyn Hitchcock, Black Lips, Tame Impala, Steve Wilson.

Don’t stop the music!

Lunga vita (almeno solare e dignitosa) a tutti quei negozi di dischi che, nonostante l’arrivo della fruizione virtuale della musica, nonostante i mega store (piuttosto freddi e alienanti) riescono a sopravvivere a dispetto della crisi, con una clientela affezionata e costante, seppur minore rispetto al passato. Le cose cambiano, si trasformano, a volte tendono anche a depreziarsi. L’importante è che non muoiano e che la musica continui a girare.

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