Con “Hallelujah”, Lina Makhoul vince The Voice of Israel!

Quando si dice “eliminare le diffidenze e aprirsi alle differenze”. Succede che un Talent Show, quello più in voga nell’ultimo periodo, riesca nell’impresa di abbattere i pregiudizi, valicando le barriere culturali. Una musica può fare, cantava qualcuno: la musica può fare. Accade a “The Voice of Israel“, dove l’esordiente libanese Lina Makhoul è arrivata prima, sbaragliando la concorrenza. Per la sua ultima performance, quella decisiva, Lina ha scelto “Hallelujah” di Leonard Cohen, ode alla vita e all’amore. Nelle ultime settimane il livornese Giuseppe Scianna, sul palco dello show “corrispettivo italiano”, ha cantato lo stesso brano canta con uno stile graffiante, molto vicino a quello di Riccardo Cocciante. Ma torniamo alla giovane libanese…

The Voice Final Lina Makhoul Hallelujah from Basima Sabbagh on Vimeo.

Nelle sue esibizioni la Makhoul ha dato prova di un repertorio davvero ampio: da Whitney Houston e Alicia Keys fino al mito della musica araba, la libanese Fairouz, di cui ha intonato “Le foglie morte”. La sua interpretazione delicata, a tratti struggente e intimamente toccante, le è valsa (alla sua prima esperienza televisiva), la vittoria della versione israeliana di “The Voice“. Dopo tre mesi di competizione in diretta sul piccolo schermo, ora la 19enne arabo israeliana potrà realizzare il sogno di una vita: un contratto discografico e una borsa di studio per una prestigiosissima scuola di musica. Tutti i giudici (Shabat, Aviv Geffen, Sarit Hadad, Yuval Banay e Shlomi Bracha del gruppo Mashina) si erano girati per convincerla a far parte della propria squadra, durante le blind audition. Contesa sin da subito, insomma.
Un po’ meno conteso, invece, il nostro Giuseppe Scianna: per lui si erano girati in 3, con Pelù dall’altra parte del guado. Non si può sempre “pigiare” il bottone. #comesssidiceafffirenze

(foto by facebook)