Una volta le arene televisive erano ben diverse rispetto a quelle delle domeniche dei giorni nostri. Un artista accettava, seppur con difficoltà, il confronto diretto con pubblico e critica. A cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70 Lucio Battisti fu tra quelli presi di mira per le sue limitate capacità vocali. Oggi il Principe di Poggio Bustone avrebbe compiuto 70 anni, tondi tondi: proprio come il suo omonimo, celebrato ieri sera da una folla oceanica in Piazza Maggiore (Lucio Dalla). Esiste, eccome, un legame tra i due…
AUGURI, RICCETTO!
Riccetto, si. Così era stato “battezzato” Lucio agli inizi della sua carriera, quando suonava la chitarra nella band dei “Campioni”. Oggi è il suo compleanno, nessuno lo ha dimenticato, nessuno. Partendo dal basso, dal pubblico, da giovani e meno giovani che ancora oggi vanno avanti in compagnia della sua musica, sino a esempi più a tema, più illustri: Cesare Cremonini ha twittato: “Il 5 marzo 1943 nasceva Lucio Battisti. Te le immagini queste due vite immortali in culle lontane!“, accostando Battisti a Lucio Dalla, nato proprio il giorno prima. Proprio l’autore di “Anna e Marco”, come riporta un critico musicale di quegli anni, si era espresso così…
Amarli un po’…
Tanto Dalla era solare e socievole, tanto Battisti era piuttosto chiuso e tormentato. Questo secondo Lucio è stato forse ancora più grande, anche più amato, dalla seconda metà degli anni ’70 in poi, fino alla morte, avvenuta il 9 settembre del 1998. Memorabile il suo duetto con Mina, ma allo stesso tempo primo e decisivo “campanello d’allarme” riguardo alla sua insofferenza verso il mezzo televisivo: invisibile e vincente, così nacque la leggenda…
Geniale cantautore, compositore, polistrumentista, produttore discografico. Esaltante e d’alta scuola l’esecuzione di “Eppur mi son scordato di te” (Teatro 10, 1° maggio 1971). Tocca ripetersi, ma mai come oggi è davvero un piacere: Battisti è uno dei tre che hanno rivoluzionato la musica popolare italiana negli ultimi cinquant’anni, dopo Domenico Modugno e prima di Lucio Dalla. Il cerchio si chiude, la musica non finisce. Per fortuna.
(foto by facebook)
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