“In equilibrio” è uno stupendo valzer moderno, nasce dentro i confini di quell’isola magica che è la Sardegna e vive nel cuore di tutto un paese, il nostro. Erano oltre due mesi che “tampinavo” Ilaria Porceddu, perché anni fa era stata capace di bloccarmi davanti alla tv: la mia ragazza guardava spesso X-Factor, mentre io preferivo altro. Poi ho sentito questa appassionata voce cagliaritana e ho iniziato a seguirne “le giovani gesta”…
Un’autentica evoluzione quella che ha portato Ilaria dai fasti di quel tempo all’essenza di oggi: appena 25 anni e già artista matura, in grado di misurare le parole e di esplodere in un tripudio di colori melodici… Non appena letto il suo nome tra le 60 canzoni pre-selezionate dalla Commissione del Festival, ho pensato: “è la volta buona, ci siamo!“. Sono felice che lei sia qui, perché ha dimostrato di avere un gran carattere, una gran personalità, oltre che un talento cristallino. La reazione a un passato ormai lontano è arrivata poco più di un anno fa con la splendida “Libera”, adesso Ilaria va a Sanremo. E lo fa “In equilibrio“: io guardo nella sua direzione…
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“In equilibrio”, un video bucolico, circense e fiabesco… Ti ritrovi?
Aggiungerei vero e sincero. Racconto il circo inteso come metafora della vita: Mangiafuoco può essere anche il classico impiegato che sta andando in banca… Del resto, tutti vivono in equilibrio. Ho giocato molto con l’immaginazione, con l’immedesimazione: nel video, a un certo punto, mi trasformo nell’imbonitrice di turno e faccio di tutto per vendere il mio spettacolo: “Vieni ad ascoltarmi, tanto non costa niente…“
Sia in “Libera” sia qui sei un diesel, esplodi gradualmente, in crescendo: Baudo consigliava a Giorgia di pensare prima alla melodia, poi di lasciarsi andare. Tu farai così?
Mi lascerò trascinare dalla musica! In questa canzone è come se venissi posseduta: alle prove sono praticamente impazzita. E’ una storia che racconta la mia vita, la mia come quella di tutti gli altri. Darò il meglio di me sul palco dell’Ariston, in modo che il pubblico possa comprendere quello che sto cantando, interpreterò il brano con tutta me stessa, perché “In equilibrio” è parte di me: non è un caso che i primi due ritornelli siano in sardo, è un percorso graduale, in crescendo, un percorso a sinusoide: va avanti, torna indietro e riparte una volta ancora…
Hai cantato di tutto, tra X-Factor e i tuoi live in giro per l’Italia: c’è un pezzo che ti emoziona in particolare quando lo interpreti?
Vado a ritroso e dico che già “Suono naturale” era molto passionale, ad esempio. Cantare e suonare insieme è una cosa che , perché ci stai dentro. Amo cantare e suonare insieme. “Oceano” di Lisa è certamente stato il brano che, già al primo ascolto, suscitò in me una grandissima emozione. Lo portai sia a Castrocaro, sia a X-Factor…
Alle audizioni sei riuscita nell’impresa di far commuovere la Maionchi!
Sì, Mara si emozionò subito, ma va detto che in tutti i mesi di X-Factor dimostrò verso me tanta e sincera stima. Un bel rapporto tra noi, di fiducia reciproca. Poi la distanza e gli impegni ci hanno un po’ allontanato. Peccato, ma umanamente restiamo ancora molto legate.
Per te una laurea in etnomusicologia: artisticamente sei attaccata alle tue radici, ma il sardo quanto peso avrà nel nuovo album?
Quella di “In equilibrio” non è un’occasione isolata, ma il risultato di anni di crescita e di ricerca di me stessa. Adesso, finalmente, so cosa voglio raccontare. Come dici tu, anche la laurea ha avuto un significato: ho discusso una tesi sulle gare “a chitarra” che fanno in Sardegna. Vedi, anche intervistare i vecchietti del luogo su tradizioni e costumi mi ha stimolato a “cambiare direzione”. Nella disco, ad esempio, c’è un altro brano che si chiama Riu (fiume) e altri pezzi che hanno nei suoni forti contaminazioni sarde… Questo album è la mia rinascita, ci tengo moltissimo. Dopo “Suono naturale”, ho deciso io stessa di fermarmi un po’: adesso sono davvero io, con i miei pregi e i miei difetti, parlo di me, della mia vita, della mia terra. “In equilibrio” è il leit motiv, il circo che ricorre sempre. Canto un amore universale, non solo il più classico sentimento tra due persone…
Melodicamente e metricamente il sardo è una lingua musicale?
Mmmm…. Il sardo non è uno solo, sia chiaro! 🙂 Esiste il Campidanese, il Lugudurese, la “lingua” di Alghero… Io sono di Cagliari e parlo il Campidanese. Ad Alghero, infatti, non mi capiscono. Ma nel disco ho usato tutti i dialetti, per unire la mia terra in un unico suono universale. Nel complesso, la musica sarda è parecchio “musicale”, il nostro canto è colmo di virtuosismi. Metricamente è, certo, un po’ complicato: il Campidanese ha suoni duri, ruvidi, mentre il Lugudurese è più dolce, una lingua più sinuosa.
X-Factor, ancora: come (e se) è cambiato negli anni e chi, tra i tuoi colleghi, ti è piaciuto di più?
Si è evoluto, quando c’ero io non sapevo cosa sarebbe successo, abbiamo sperimentato tutti insieme. Luca Tommassini ha arricchito lo spettacolo, grazie alle sue favolose coreografie. Se devo pensare a un’interprete, penso a Noemi: tra le più brave delle varie edizioni, anche se fare solo un nome è davvero riduttivo.
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Siamo a Sanremo: con che animo arrivi su quel palco?
Un’altra roba rispetto a X-Factor: quello era soprattutto televisione, il Festival è palcoscenico vero, orchestra, musica. Tantissime prove entusiasmanti. Ringrazio Attilio Fontana e Clemente Ferrari che hanno lavorato tanto e bene accanto a me, alla fine è uscito fuori un arrangiamento di cui non si può che andare orgogliosi.
Il teatro: quanto ha indirizzato il tuo nuovo percorso, umano e professionale?
Tantissmo. La recitazione è servita, da una parte, a indossare la maschera, dall’altra a liberarmi di tutte le inibizioni che avevo, tutte le paure, questo grazie all’opportunità di poter interpretare un personaggio lontano e diverso da me. Mi sono cimentata anche nel ruolo di compositrice, scrivendo le musiche per uno spettacolo di prosa. Ho letto il copione e mi sono lanciata in questa avvincente avventura: tanta era l’emozione che, durante la messa in scena, mi tremavano le gambe…!
Ti tocca questa domanda: c’è una canzoncina “scema” che canticchiavi da ragazzina?
Mmmm… Mi vengono in mente i cartoni animati: da piccola ero una fan di “Kiss me Licia”, il motivo principale era la presenza del gatto Giuliano, io sono letteralmente innamorata del mondo dei mici! 🙂 Questo è un ricordo d’infanzia che mi fa molta tenerezza…
Chiudo: esiste un luogo particolare dove vorresti esibirti?
Uno c’è, si. L’Anfiteatro di Cagliari, ma purtroppo è stato chiuso. Magari un giorno lo apriranno di nuovo, chissà… Peccato davvero, è triste che uno spazio così magico non esista più, triste per tutta la Sardegna.
PS: “A X-Factor eri brava e bella, adesso sei brava e intensa“. Ilaria apprezza molto questo complimento e risponde di getto: “Fico, bellissimo, grazie!“
(Ph. Valentina Piccinni, MuCa, Embrio.net)