Da Otis Redding a Syria, passando per Battisti: col fischio o senza?

Sarà quest’ansia da fine del mondo, sarà il Natale, ma una maniera più cialtronesca per salutarvi stasera era difficile trovarla. I negri americani, storicamente, hanno sempre donato dignità al cantare fischiettando: per loro una melodia cantata senza strumenti e senza voce poteva, comunque, essere più che valida. Se andiamo indietro nel tempo, tanti sono gli esempi – anche celebri – di artisti che nei loro brani si sono serviti di questa particolare tecnica. Esempi? Otis Redding, Syria, Bobby Mc Ferrin, Lucio Battisti e Parisse. Si, quella che abbiamo intervistato un paio di giorni fa…

Col fischio o senza?

Il titolo ci sta, perchè anche la sigla dello stracult “Pierino contro tutti” si è fatta apprezzare per il suo motivetto fischiettante. La frase stessa è marchio di fabbrico di Alvaro Vitali. Il livello, tuttavia, può essere elevato senza alcuna difficoltà, basta pensare al grande Otis Redding e la sua (Sittin’ On) The Dock of the Bay. Era il 1967. Circa 20 anni dopo fu un altro genio a partorire un pezzo dominato dal fischio e da altre forme di canto molto black: 1988, “Don’t worry be happy”. Lui è Bobby Mc Ferrin

In mezzo a loro, nel 1972, fu il grande Lucio Battisti a non dare troppo peso alle parole e a decidere anch’egli di colorare di fischi la sua “Umanamente uomo: Il sogno“. Molti anni dopo Mogol rivelò l’esistenza di un testo per questa canzone. Era bella così com’era. Del resto appare difficile scovare una creazione del riccetto di Poggio Bustone non degna di valenza melodico-armonica. Come detto quel talento cristallino di Parisse, artista italo-canadese che abbiamo avuto il piacere di incontrare l’altro giorno, inizia e chiude “Vagabond” con l’ausilio delle labbra unite. Il modo migliore per impreziosire un pezzo di per sè già molto bello. Almeno quanto lei…

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Il gran finale ci porta al Festival di Sanremo. Presentava Pippo Baudo, in gara e non per la prima la volta una super frizzante Cecilia Cipressi, in arte Syria. Neo mamma, portò quell’anno un brano scritto da Lorenzo Jovanotti: melodia riconoscibile, fresca e facile da ricordare. Bravo anche l’attore romano Raffaele Vannoli, ovvero colui che fischia L’amore è

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