“Chiuderò la curva dell’arcobaleno per immaginarlo come la tua corona, e con la riga dell’orizzonte in cielo ci farò un bracciale di regina , ma se solo potessi un giorno vendere il mondo intero in cambio del tuo amore vero…“. La parte centrale del brano, il cuore della storia. Tanti accordi da metabolizzare, sei cambi di tonalità all’interno della stessa canzone: al limite del nostro CliPPop, del 2008 “Il solito sesso” di Max Gazzè, videoclip essenziale su un tema sempre molto comune…
Ciao sono quello che hai incontrato alla festa…
Un racconto nudo, così come si è svolto. Senza artifici o impalcature. Il richiamo vintàge alla cabina telefonica (esterno notte) e quel bisogno di sentire una donna speciale. Non tanto per il ruolo avuto in una vita trascorsa assieme, ma per lo sguardo di una sera. Speciale, quello si. E, così, arriva irrefrenabile la voglia di ripararsi tra i quattro vetri e comporre quel numero. “Dillo al tuo compagno che ci ha visti stanotte: se vuole può venire qui a riempirmi di botte!” Lei è anche impegnata, come nelle migliori famiglie. A lui non interessa, quando nasci cacciatore, pensi alla preda, mica al resto. Un viaggio spazio temporale, con le lancette dell’orologio che girano all’impazzata, il moto perpetuo della folla per strada e i treni che aumentano a dismisura la loro velocità…
Posso rivederti già stasera?
L’interrogativo dominante della storia, la richiesta – che cade nel vuoto come il vaso di lei che scivola sul pavimento – di un incontro supplementare: “..dicono che gli angeli amano in silenzio, ed io nel tuo mi sono disperatamente perso. Sento che respiri forte in questa cornetta maledetta, mi separa dalla tua bocca!“. Virtuosismi vocali alla Lucio Battisti, con sei cambi di tonalità pur di trasmettere il senso del racconto, e sonorità jazz: la sorpresa finale è da tragicommedia, proprio come quella di un uomo teneramente impazzito. Innamorato di una che neppure conosce…
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