Oggi avrebbe compiuto 70 anni. Misteriose le cause della sua morte, un po’ come il nostro Luigi Tenco. Azzardiamo un paragone lontanissimo, siamo fatti anche per questo. Jimi Hendrix era il rock, artista matto, virtuoso della chitarra elettrica, domatore di folle (…) e una carriera interrotta troppo presto. Così per tanti altri, da Jim Morrison a Rino Gaetano (siamo trasversali, c’è poco da fare). Feste, celebrazioni, raduni: l’omaggio più bello – almeno in Italia – resta quello di Carlo Verdone…
Hendrix – Chitarra – Chitarra – Hendrix…
“Maledetto il giorno che t’ho incontrato” è una bella commedia diretta e interpretata da Carlo Verdone nel 1992. Nel cast spicca quella “matta perfetta” di Margherita Buy. Una sorta di “Harry ti presento Sally” all’italiana, il film ruota attorno alla figura di Jimi Hendrix: ad una movimentata prima parte girata in Italia, ne segue una più lenta e riflessiva, ambientata nel cuore della Cornovaglia. Verdone si fa un bel regalo, andando con la troupe a curiosare in quei mondi a lui vicini, umanamente e artisticamente.
Tutto tranne che un biografo di Rita Pavone (cit.) fa salire sempre più l’elemento-nevrosi: di base, l’idea fissa, un po’ strampalata, di trovare la verità sulla morte del musicista di Seattle. Quello che, durante la sua breve vita, è riuscito a stravolgere la concezione dello strumento, introducendo novità come il feedback. Il suo stile e la sua mimica saranno le più imitate dai chitarristi delle generazioni a venire.
Nel film si ascoltano alcune sue canzoni: “Stone Free”, “The wind cries Mary”, “Foxy lady”, “Catfish blues”. Nel 1992 molti di noi non erano ancora maggiorenni: la pellicola del regista romano è stata utile, oltre che gradevole. Ha stimolato i giovanissimi alla scoperta di un genio.
Live in Woodstock!
Per i 70 anni di Jimi Hendrix, il documentario sul leggendario concerto del rocker arriva nei cinema: uno degli eventi musicali più importanti del ‘900. Conclamata, enorme l’influenza esercitata sui chitarristi e musicisti di generazioni successive: per Jimi la vita non è mai finita veramente, e non solo perchè – come tutti i miti – rimane nel cuore dei fan, ma soprattutto perchè ha rappresentato il primo grande caso di industria rock costruita post mortem. Inediti, lacche sperdute, registrazioni abbandonate qua e là: non si finisce mai…
Dopo lo spettacolare cofanetto “Winterland” dello scorso anno e la nuova versione completa della performance di Woodstock proiettata nelle nostre sale, per la primavera 2013 è annunciato un nuovo album con materiale inedito (pezzi del 1968-69), dal titolo “People, hell and angels“. Ecco, appunto.
Speriamo che, dopo la chitarra, Margherita Buy non distrugga anche questo disco. Carlo potrebbe rimanerci male.