Uno di quelli che non tradisce mai. Tante facce, ma una sola identità. Attore, menestrello, cantante. Tutto, tranne fuorchè un idiota. Piace, per questo. Con quel nome così comune (proprio come il “Pablito” del Mundial di Spagna ’82…) riesce sempre a stupire: Paolo Rossi porta a teatro e al cinema questi vent’anni che hanno segnato l’Italia… Vogliamo parlare dei suoi duetti in musica? Da Claudio Baglioni a Enzo Jannacci…
E la Canzonaccia Va…
Sono passati quasi 20 anni da quando Paolo Rossi e Claudio Baglioni s’incontrarono su un palco: “Canzonaccia” era una canzone dedicata ai babbi natale piantati davanti ai grandi magazzini. Quelli che, mentre intorno sfrecciano “Re Magi in Volvo, mogli riciclate e amanti abbandonate“, non hanno neanche lo spumante “per brindare col mio amor“. Il Divo-Claudio scrisse la musica di questo pezzo “cialtronesco”, ma riuscitissimo. Una melodia godibilissima che, nel finale, ricorda molto l’inno delle Olimpiadi di Torino 2006: ricordate “Va”? Anche quella scritta e interpretata ottimamente da Baglioni stesso.
Tutto questo torna d’attualità, oggi: arriva il Natale, arrivano le “canzoni di Natale” e Paolo Rossi prepara un nuovo debutto teatral-cinematografico, il racconto di questi vent’anni. Un’epoca che ha segnato l’Italia, senza dubbio. Ma, guarda caso, anche un’epoca che divide l’oggi dalla sua Canzonaccia. “Io ho finito i soldi proprio il giorno di Natal, qui pagheranno fra 6 mesi e il 31 m’aspetta un creditor… E non ho neanche lo spumante per brindare con il mio amor…“.
I soliti accordi
Paolo Rossi, un po’ Dario Fo e un po’ Enzo Jannacci. Reduce da due stagioni di successi con Mistero buffo versione pop, ha ora realizzato un nuovo spettacolo, “L’amore è un cane blu” che – nella prossima primavera – diventerà la base per un film, il suo primo film.
Artista poliedrico, piccolo principe della comicità anni ’80 (ricordiamo la sua partecipazione al vanziniano “Montecarlo Gran Casinò, 1987…) ha trovato anni fa il tempo per fare una simpatica comparsata a Sanremo. Era il 1994 ed erano “I soliti accordi”, proprio accanto al maestro Enzo Jannacci. “…e in fondo la storia è sempre la stessa, c’è uno che grida, che grida e fa i versi da quella finestra…“.
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