Era il 1994, l’anno dei mondiali americani, quelli di Baggio che spara alto alla lotteria dei rigori. Gli anni in cui qualcuno decise di scendere in politica. Un anno di serenate e di canzoni: nell’estate di quell’anno Lorenzo Jovanotti ebbe un grandissimo successo con “Serenata Rap“. Il brano, contenuto come seconda traccia nell’album “Lorenzo 1994” era accompagnato da un videoclip in cui Jova e la sua cricca erano accovacciati su un ponteggio da lavavetri…
Affacciati alla finestra amore mio…
Il bianco e nero, tipico di storie d’amore lontane nel tempo, tutt’altro che ingiallite. Un uomo sconsolato che, accanto ai suoi amici, decide di avvicinarsi il più possibile alla sua amata. E, così, in mezzo a un mucchio di palazzoni di periferia, decide di accomodarsi (più o meno) su un ponteggio: cinque individui al posto di comuni lavavetri. Del resto, lì attorno non ci sono grattacieli da tirare a lucido, ma solo un sentimento da esternare. “Affacciati al balcone rispondimi al citofono, sono venuto qui col giradischi e col microfono insieme al mio complesso per cantarti il sentimento…“. Un video visto da milioni di persone quello di Lorenzo Jovanotti Cherubini, video chè stato per diverso tempo quello più trasmesso in Europa e in Sud America. Mica male: già vent’anni fa (o quasi) Lorenzo era un artista internazionale. L’immagine stessa di lui portato “a spasso” da una gru fa venire in mente i sobborghi americani, le case popolari a stelle e strisce, insomma, gli amori di quartiere, quelli tipici delle commedie americane degli anni ’90.
Serenata metropolitana
“Mi piace quel tuo naso che s’intona con il mondo, mi piace il tuo sedere così rotondo…“. Il look, il modo di muovere le mani, la mimica così volutamente assente. E’ tutto molto “made in Usa”. Poco tempo fa la BBC aveva detto: “Jovanotti è il primo rapper della storia italiana“. Serenata Rap è un bellissimo effetto speciale, un’illusione ottica “aiutata” da un sapiente montaggio. Siamo certi che se oggi il caro @lorenzojova decidesse di ri-arrangiare questo pezzo, lo farebbe direttamente negli States, magari al fianco dell’amico Gabriele Muccino… E, magari, sceglierebbe come attori Paolo e Francesca, quelli della Divina Commedia: “Amor che a nullo amato amar perdona porco cane, lo scriverò sui muri e sulle metropolitane di questa città, milioni di abitanti che giorno dopo giorno ignorandosi vanno avanti…“
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