Una ragazza dal sorriso “croccante” e dalla risata contagiosa. Una ragazza che dice di essere stata deviata da Jem, il cartone animato. Ricordate: “Il mio nome è Jem, e sono sempre un po’ frizzante, tenera e raggiante, canto qui per voi!“. Mancano le Holograms e il gioco è fatto. Prima facciamole vincere X-Factor, poi parte il casting, no? Va beh, avete capito. Oggi si parla di Chiara Galiazzo. Una ragazza che ieri sera al Teatro della Luna ha stupito tutti, ancora una volta, con “I was made for loving you” dei Kiss…
Musica!
Chiara Galiazzo non si ferma più. A questo punto farebbe più notizia se arrivasse seconda o terza. Noi di Velvet Music l’avevamo detto (come altri, per carità!) che questa fanciulla piacentina fosse il fiore all’occhiello della sesta edizione di X-Factor. Avevamo anche detto che il livello musicale quest’anno fosse leggermente calato, a favore di una resa televisiva. Più show, meno talent canoro. La formula funziona, i giudici si beccano (Morgan e Simona Ventura quasi da contratto…) e lo share sale. Rock-disco, tango, pop, rock puro. Over The Rainbow, come Leona Lewis a X-Factor versione a stelle e strisce. (2006). O, ancora, i Beatles rivisitati dagli Sparks. Tanto non fa differenza. Convince, prima ancora di vincere…
…e se cantasse “La solitudine”?
Provocazione, mica tanto. A Chiara manca un brano italiano. Sono in molti a reclamarlo. Fino a questo punto nessuno ha fatto paragoni “bassi”. Tutti si sono sprecati a citare alcuni nomi del panorama internazionale. A questo punto Chiara merita un gioco. Lei è la prima a non prendersi troppo sul serio. Nel loft tiene banco, fa battute, non si prende mai troppo sul serio. Questo modo di fare tipicamente emiliano la avvicina parecchio alla verve di Iva Zanicchi (non sparate sul cronista!). L’interpretazione tanguera ci ha ricordato la sensualità e la profondità di Milva. Inoltre, e qui alziamo il tiro, la sua semplicità appare come il suo pregio più grande: fa pensare a Laura Pausini. Una che è partita con “La solitudine” e adesso si ritrova piena di gente. Stadi stra-colmi, in Italia e all’estero. Un pop che fa spettacolo, che mette insieme le folle. Come una popstar, appunto. Morgan, orsù, di scelta ne hai quanta ne vuoi: “Strani amori”, “La solitudine”, “Gente”… Grasssie.