Come una volta, di sabato sera. Quando i ragazzini vanno in pizzeria e gli adulti trovano il tempo e la voglia di andare a teatro. O, magari, a un concerto che li faccia tornare indietro nel tempo. Ce n’erano tanti di questi adulti l’altra sera all’Auditorium della Conciliazione. C’erano i Nomadi, soprattutto: tutto esaurito per la prima data del “Terzo Tempo Tour“. Poche settimane e saranno 50 anni di carriera…
Una storia da raccontare
La band di Beppe Carletti ha optato per il Terzo tempo, proprio come le squadrea che, a fine partita, si avvicinano al centro del campo e si stringono la mano. No, i Nomadi non vogliono portarci a scambiare un segno di pace, ma più semplicemente mirano al rapporto col pubblico, alla vicinanza che non viene meno, al sostegno che da 50 anni non manca mai. Cristiano Turato, il vocalist entrato nella band lo scorso febbraio e che si è inserito perfettamente nella band, affiancando Cico Falzone (chitarra), Daniele Campani (batteria), Sergio Reggioli (violino) e Massimo Vecchi (voce e basso). Nello show, dove trovano posto successi di ieri e i brani di recente produzione, a dimostrazione che le sonorità dei Nomadi cambiano al passo con i tempi, ma non lo spirito e l’ispirazione: è questo lo spirito di “Terzo tempo”.
Per il mondo, o quasi
Un giro di concerti senza fine, in lungo e in largo. Come faccia Beppe Carletti a reggere è un mistero. La curiosità e la grinta di varcare i confini internazionali, con tappe a Londra e Bruxelles. Questo, e non solo, è il “Terzo Tempo Tour”. La matrice pop-rock non scompare col passar del tempo, anzi si fa più forte grazie alla nuova linfa data alla band dal giovane Turato. Pezzi “tosti”, come Terzo tempo, Non avrai, Ancora ci sei. Avanti, insomma. Il futuro ha un cuore antico, diceva qualcuno. E chi fa la storia è, gioco forza, schiavo della memoria: memoria da queste parti fa rima con Augusto Daolio. Accanto a lui, accanto alla trentennale esperienza che li ha fatti diventare “band”, tornano evergreen come “Io voglio vivere”, Una storia da raccontare”, “La libertà di volare”, “Canzone per un’amica”, “Dio è morto”. E’, insomma, un Terzo tempo, un gioco di squadra dove i brani recenti si amalgamano con le canzoni che han fatto la storia. Come i grandi campioni e gli esordienti. “Io vagabondo” resta dov’è. Non avevamo dubbi.
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