I fonici Rai entrano in sciopero e così questo brillante swinger milanese (che vive da anni in provincia di Cuneo) deve trovare una soluzione per suonare dal vivo, in diretta. Una storia come tante altre che mi ha raccontato Matteo Brancaleoni: alla prova del nove con “New Life”, album di pregevole fattura dove cover strepitose si alternano a brani inediti: jazzy-pop, swing, R&B, groove latino e bossa nova. Il suo ultimo disco è stato per due settimane il disco jazz più venduto su iTunes e per sei mesi fra i live consigliati dallo Store della Apple. Nel suo salotto sembra di stare in un night-club: si fuma, si suona, si gioca… Dopotutto, parliamo la stessa lingua.
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Ma quant’è bella la tua cover di Fly me to the moon?
Quella che ho “suonato” a Uno Mattina, si. Dodici ore prima mi chiamano dalla Rai e mi dicono che i fonici sono in agitazione sindacale. Non posso portare musicisti con me. Convoco tutti in sala di registrazione e suoniamo un po’ di roba. Tutto di fila. Il giorno dopo, davanti alle telecamere, siamo tutti lì, pronti e sorridenti. Suonano in play-back, ma almeno stanno al mio fianco… O tutti o nessuno.
E adesso New Life…
Per certi versi la mia carriera inizia adesso. Sono anni che pubblico dischi, che suono, ma questo è l’album della maturità, il disco che mi rappresenta per quello che sono adesso. In pre-produzione abbiamo lavorato oltre un anno, c’è stato anche un momento in cui volevo lasciare tutto e lasciare l’Italia per gli Stati Uniti. Poi mi sono innamorato di questi pezzi, follemente. Al primo ascolto l’album non sembra neppure un prodotto italiano, forse perché io vengo da un’altra cultura musicale. Come tu sai bene.
Bellissimo il video di Copacabana, forse più bello della canzone. Belle anche altre come I won’t let you go, Us e quelle due cover così diverse tra loro…
Grazie, Us è il pezzo al quale sono più legato. Sulle cover faccio sempre un gran lavoro: in passato ho omaggiato a modo mio Modugno, Tenco, Frank Sinatra, Bublè. Questa volta, Riccardo Del Turco con “Cosa hai messo nel caffè” (un’altra versione stupenda la fece Lisa Ono) e “Bad Romance”. Tutto è partito come un gioco con la band, Lady Gaga faceva impazzire tutti e così abbiamo realizzato una versione swing: un’atmosfera noir da film americano anni ’50.
Italia e Stati Uniti, analogie poche?
Da quelle parti il concorso canoro più scadente rischia di avere tra i concorrenti gente come la nostra Giorgia. Voci incredibili. Storicamente, è vero anche il contrario, nel senso che negli anni ’70 certa gente che aveva un nome qui in Italia quasi scappava dall’America, dove, invece, si riuscivano a rimediare solo serate nei night con 50-60 persone di pubblico. E parlo di nomi importanti…
Dean Martin, Sammy Davis Jr. e Frank Sintara: potrebbe esistere una cosa come il Rat Pack qui da noi?
L’abbiamo già avuto, era il Clan di Celentano. Infatti lui era molto avanti e aveva capito che bisognava lavorare in gruppo per creare un fenomeno musicale. Poi sono arrivate iniziative a sfondo sociale e/o benefico come la nazionale cantanti, Italia Loves Emilia, O’ Scià… Storie, tuttavia, distanti da quel trio in bianco e nero.
Li abbiamo citati tutti, da Modugno a Sinatra, da Bublè a Tenco. Ma Nicola Arigliano?
Per me la sua “Arrivederci” è un diamante. Ho passato varie serate con lui e con i suoi musicisti, non ha mai avuto bellissime parole per Frank Sinatra, amava moltissimo Anita O’Day e Billy Eckstine. Al telefono era spassosissimo, mi prendeva in giro (per usare un eufemismo) perchè gli davo del ‘lei’…
Vorrei distinguermi dagli altri e non chiudere con Michael Bublè: tutti dicono che tu sia il suo erede…
Sono stato a casa sua a Burnaby, Vancouver. C’era tutta la sua famiglia, straordinaria. Mi trattavano come fossi uno di loro, io non capivo il perché, ero stupito, imbarazzato. Alla fine ho chiesto allo zio il perché di questo affetto… Mi hanno risposto: “Sei italiano come noi!”. Sono tornato in Piemonte sentendomi un pochino più orgoglioso di essere italiano.
Ma la cover di Bad Romance l’hai fatta sentire a Lady Gaga???
No, il mio produttore me lo aveva già detto. Devo capire come fare. Quasi quasi le mando un tweet!
Insomma, chiudiamo con uno scoop?
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