Con quel cognome un po’ così, quell’espressione un po’ così… Con le sembianze di un caratterista, come quelli del cinema d’antàn: il personaggio di Quasimodo (il gobbo di Notre Dame) nel quale si resta quasi intrappolati, per via d’uno smisurato successo. Giò Di Tonno vince la 2° edizione di Tale e Quale Show. Bravo a imitare altri (Califano, Louis Armstrong, Tiziano Ferro), rimanendo sè stesso, conservando il suo talento cristallino. Interprete pregevole, artista serio. E adesso?
Tale E Quale Giò!
Carlo Conti se la ride. Cromato brillante e soddisfatto, sia degli ascolti del venerdì sera e sia per aver dato un’occasione nuova a chi era stato un po’ dimenticato. Circa 400 repliche di Notre Dame de Paris, sempre “aggobbato”. Alla lunga ci si annoia, forse. C’è chi dice che questa menomazione alla lunga porti fortuna… a chi la tocca! Giò Di Tonno ha dovuto aspettare più di un po’, la partecipazione a Sanremo (con Lola Ponce) regalò un successo sulla scia dei Jalisse: quelle vittorie che si consumano nello spazio di poche settimane. Poi, chissà… Tale E Quale Show ha permesso – come solo la Televisione sa fare – di rivalutare un artista nello spazio di poco tempo. Regalando a Giò un palcoscenico degno delle proprie potenzialità. Uno dopo l’altro, dalla prima all’ultima puntata: Gino Paoli, Franco Califano, Zucchero, Tiziano Ferro, Mino Reitano, Amedeo Minghi, Riccardo Cocciante e Louis Armstrong. Spaventoso, un mostro di bravura. Califfo uguale, Reitano commovente per quanto vero, e poi il Re della tromba: divertendosi, ha divertito. E ha convinto tutti.
Perdutamente mia…
Ricordo bene quel Sanremo. Festival del 2008. “Colpo di fulmine”, brano che esprimeva il suo meglio nel refrain, toni alti tipici del musical. Genere nel quale la bella e conturbante Lola e Giò Di Tonno andavano a nozze. Autrice d’eccezione, Gianna Nannini, quella che si esprime al meglio quando l’occasione richiede impegno massimo. Ricordate la “Dolente Pia” di dantesca memoria? Per me un piccolo capolavoro. Gianna tornò a Sanremo a fari spenti, con un pezzo perfetto per sè stessa. Avrebbe stravinto se avesse deciso di gareggiare. “Perdutamente mia, così impaziente e viva, un raggio della luna caduto su di me…“. Musica leggera, va bene. Canzonette, ok. Se la smettessimo, una buona volta, di essere sempre e puntualmente esterofili, forse riprenderemo ad apprezzare le cose italiane. Anche quelle di poche pretese.
Su Facebook il vincitore canta così: “…cantautore, autore, interprete, attore, imitatore… Questo sono e sarò per sempre. Io, Giò Di Tonno. Quello che “…con quel nome non va da nessuna parte…” (cit. un sacco di persone superficiali). Dedico la vittoria a loro, a me, e ai miei piccoli passi fatti fin qui“. Play it again, Giò!
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