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Viva l’Italia, in sala una grande storia musicale (di oggi e di ieri)

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Camminando a testa alta si può vedere di tutto. Anche il cielo. Ma per non rischiare di essere investiti, conviene tenere il capo non troppo in verticale. Magari verso un cartellone pubblicitario, come quelli dei cinema. “Viva l’Italia” è da pochi giorni nelle sale, un film d’evasione fiscale (come recita il claim), un film che mi ha stupito per la sua curiosa colonna sonora: l’Italia viene ancora cantata, tanto quanto in passato…

Cantata anche dai Savoia…

Viva l’Italia, film diretto da Massimiliano Bruno, è una sorta di instant-movie, perchè racconta vizi, magheggi e contraddizioni del nostro paese, partendo dalla classe politica. Tra gli attori, Michele Placido, Rocco Papaleo, Ambra Angiolini e Alessandro Gassman. Frase di lancio: “E se un politico un giorno cominciasse a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?“. Inverosimile, ma accattivante. A noi la pellicola interessa poco, è la colonna sonora che fa rotolare la mente, avanti e indietro. Il CD contiene, ad esempio, il brano Alita gli ani, composto e interpretato da Caparezza per i titoli di coda; inoltre troviamo Il mio nemico (Daniele Silvestri), Italia (Mino Reitano), Quelli che benpensano (Frankie Hi-NRG MC), Svegliatevi italiani (Mannarino), Viva l’Italia (Conidi-Filardo-Frankie HI-NRG) e tanti altri motivi. L’Italia musicale, insomma, è ancora un brand vincente: e pensare che, in ordine di tempo, l’ultimo omaggio è arrivato dal palco del Festival di Sanremo, Italia amore mio (2011). Contributo vocale di Emanuele Filiberto di Savoia. Evviva (l’Italia)!

Viva l’Italia

Se vai su YouTube il film lotta con il brano omonimo di De Gregori. Stesso titolo. Quella del Principe è l’Italia liberata, l’Italia del valzer e l’Italia del caffè. L’atmosfera era ben diversa, era una nazione assassinata dai giornali e dal cemento. In mezzo, a metà degli anni ’90, c’hanno anche fatto un partito politico su questo brand in (apparente) disuso. E’ stata cantata, eccome. Da Mameli in poi. L’Italiana di Renato Zero, l’Italiano di Toto Cutugno, l’Italia di Finardi o quella di Fabri Fibra. “In Italia… pistole e macchine, Machiavelli e Foscolo, meglio non farsi operare, la bella vita, fai affari con la mala…“. Viva l’Italia è un film “in preda” allo sberleffo, e va bene così. Ogni tanto fa bene capire come ci siamo ridotti. Ma nella musica qualcosa di buono ancora c’è e non serve raschiare il barile: “W la musica Italiana, perchè c’è Gianna Nannina…“, così cantava Nino Frassica. Come dargli torto!

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