Non ho Pes, forse per questo non sto mai lontano dallo stress. Un’amara verità. Così come amara è stata la serata degli Akmè, fuori da X-Factor 6: il secondo live show consolida la struttura del prodotto musical-televisivo della rete di Murdoch. Il trittico Club Dogo-Giuliano Palma-Il Cile regala bei momenti ai fan del genere, ma non “spacca”. Cento volte meno roboanti di Robbie Williams. Per il resto, spettacolare giacca di Morgan e look fiabesco per Elio…
La fredda cronaca, come direbbe Frengo
Molto gradevole, lo dimostrano i tweet del pubblico da casa. Quello che non vota, perché guarda la replica di Cielo. Io resto volentieri in poltrona (fortuna che fuori diluvia) e li vedo tutti lì, in passerella. La prima a scendere in pista è Nice con Lonely boy dei The Black Keys: per me ancor meglio della prima puntata, a suo agio nel rock anni ’70 (oltre che sul palco). Esibizione forte, gradevole e zeppe impaillettate da far invidia ai Cugini di campagna. Le Donatella, quelle che mi avevano fatto tornare in mente la meteora Tatù: per loro versione moderna di Lamette. Carine, aggressive quanto basta, ma non mi convincono. Vorrei ascoltarle in radio, perché il live show è sì la loro dimensione naturale, ma la vocalità (come direbbero i giudici) è un po’ scadente. Morgan presenta il “suo” fenomeno Emo: Romina canta The Voice degli Ultravox. Non prevedo un futuro brillante per lei, è molto anni ’80, ha lineamenti decisi, “interpreta” una parte musicale e fa uscire (bene) Morgan come un discografico consumato. Tuttavia, vuoi vedere che questa arriva fino in fondo? Daniele “cocco di Simona” interpreta Madness dei Muse: bravo, ma sembra il cattivo di un film di fantascienza… Non amo i Muse, lui canta bene anche se la voce non è potente e piena “diaframmaticamente parlando”. Meglio nella prima puntata. Gli Akmè provano con Battiato (Voglio vederti danzare). Ce la mettono tutta, Rosa D’Aprile ha un futuro da solista, vedrete. Meglio I Ricchi e Poveri, ribadisco. Ics, il compare del giudice Morgan: è un barilotto ma si muove benissimo sulle note di White lines e il suo ingresso mi ricorda lo stile dei Genesis… Ricordate la camminata di I can’t dance?
L’ingresso di Alessandro…
Ne entrano altri 4, hanno 600 secondi a disposizione. Va avanti Alessandro, bene Master Blaster, lui è bello come il sole ed elegante come fosse a Pitti uomo. Sembra un anchorman indiano (non vince, tranquilli). La seconda manche parte con Elio e la sua Yendry: canta Call me baby. Acconciata bene, abbigliata meglio, pezzo “fortunato”, perché riconoscibilissimo, ma l’interpretazione non va al di là di una piena sufficienza. Ecco Chiara Galiazzo, la mia preferita: Over The Rainbow. Bellissima voce, piena, sicura, in crescendo. Forse Leona Lewis X-Factor Usa (era il 2006) fu più esplosiva… (standing ovation per Chiara, in ogni caso). La gara prosegue con i Frères Chaos sulle note di “Crystalized” degli XX e con Davide, giovane talento della Ventura che si esibisce su “Iris” dei Goo Goo Dolls. Molto apprezzati i primi, convince meno l’esibizione di Davide. Poi, finalmente, il piccolo fenomeno di YouTube, Cixi: ha il phisique du role delle pubblicità very young, occhiali teneri, gote morbide e un panda pelouche a “sorreggere” l’interpretazione di Tutto l’amore che ho (Jovanotti). Dai, è l’Arisa 2.0!
La guerra dei poveri
X-Factor 6. Il secondo live show volge al termine: gli Akmè perdono la finalina contro i Frères Chaos e vanno a casa. Chiedo scusa, ma non mi sembra un confronto entusiasmante. I vincenti, quei due vestiti di bianco, hanno distrutto “Mi sono innamorato di te” di Tenco. Adesso dite pure che sono più cattivo di Luzzatto Fegiz. Contenti i giudici, contenti tutti. X-Factor 6 must go on!