Graziosa, delicata, eterea. Canta e suona. Italo-belga. La descrizione non può che far pensare a X-Factor 4: era il 2010 e Nathalie Giannitrapani si affacciava sulla scena musicale italiana, come una piuma che svolazza sul pentagramma del cielo. Domani al Teatro Centrale Carlsberg di Roma ci sarà il suo personale concerto-raduno, il cui ricavato sarà devoluto totalmente in beneficenza…
Una buona causa
Suonare per qualcosa, oltre che per qualcuno. Affezionati seguaci, followers di quartiere, supporter vecchi e nuovi per la nostra Nathalie. Suonare per il progetto Michele Ricci School for Life. Sensibile, pronta a tendere una mano: “Ho deciso di dare il mio contributo come musicista al progetto “Michele Ricci school for life”, perché estremamente serio e valido e soprattutto volto alla valorizzazione della figura della donna, questione che mi è molto a cuore…“. Sicura e decisa, come sempre. L’abbiamo definito concerto-raduno, perchè è di questo che si tratta: ci sarà, infatti, un momento di incontro con la cantautrice, un paio d’ore in cui Nathalie s’intratterrà piacevolmente per domande, chiacchiere, fotografie, autografi. Una buona occasione, a 360°.
Due piani uniti
Se c’è una cosa che ho sempre amato sono i duetti. L’incontro di voci e di volti. La vicinanza della diversità che, a un palmo, scompare. Nella musica questo è amplificato al massimo e l’esplosione è quasi naturale. L’idea di dedicare una serata del Festival di Sanremo a questo genere di interpretazioni si è rivelata vincente. L’amico-collega che arriva in soccorso e dona al pezzo un’aria nuova, non migliore. Diversa, appunto. Così, per Nathalie che, nel 2011, portò “Vivo sospesa” sul palco dell’Ariston. In coppia con L’Aura. Due ragazze così esili, eppure così combattive. Una melodia comune per un’armonia nuova. Unita da due pianoforti.
In punta di piedi, alla ricerca del fattore X…
“..appesa al tuo respiro mi vedo cadere, per poi ritornare a sentirmi felice…“. Due anni fa X-Factor non era ancora approdato su Sky, non c’era Cattelan a condurre, ma Francesco Facchinetti. Era uno show totalizzante, un format di successo. C’era Nathalie, In punta di piedi: “..e credo a volte di volere riparare, di poter ricostruire tutto nuovo e un po’ diverso“. La forza di una cantautrice, che affascina perché in grado di appassionare con un brano scritto di suo pugno. E poi, la donna che suona uno strumento sembra avere qualcosa in più, gli esempi si sprecano: da Joan Baez a Paola Turci, da Carmen Consoli a Carla Bruni. Ehm, no… L’ultima è sbagliata.
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