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Categories: Interviste

William Manera: tra Jannacci e Jerry Lee Lewis

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Velvet Music sarà soprattutto incontri. Chiacchierate, interviste, conversazioni. Tutto molto 2.0. Artisti emergenti e nomi altisonanti della canzone italiana. Inauguriamo questa serie di “botta e risposta” con William Manera, cantautore e pianista siciliano: talento del sud emigrato a Bologna per cercare fortuna… Vi piace come introduzione formale? Bene, adesso partiamo… Tre, due, uno… Signore e signori, William Manera!

Manera Begins

Prima arriva il naso, poi arriva lui. Lo sa bene, c’ha scritto una canzone: “..ingombrante, ma di questo non mi scuso…è un modello con le sue necessità” (Il mio naso, I MIEI OMAGGI – 2012). Ci siamo conosciuti nel 2004, Sanremo. Prima di perdere al Casinò, abbiamo fatto amicizia in sala stampa. Eravamo due mezzi giornalisti, con tanta voglia di divertirsi e di fare casino (anche al Casinò, appunto). Poi ho capito che William Manera da S.Agata di Militello (prov. di Messina) suonava anche la chitarra. Poi ho intuito che canticchiava. Alla fine ho scoperto che il suo vero talento era divertirsi con le parole e col pianoforte. Il suo artista preferito è Jerry Lee Lewis (discreto pianista quello…), le influenze nella composizione dei suoi brani possono rimandare alla scena cantautorale italiana come Stefano Rosso, Francesco Guccini, Rino Gaetano, Francesco De Gregori. A me ricorda qualcos’altro. Ve lo dico più giù…

Lo sai che sembri uscito da un film di Paolo Virzì?

Si, lo so. Nessuno è perfetto…

Mi dici chi sei?

Mi chiamo William Manera, scrivo canzoni da quando ero bambino, suono il piano e voglio sia vivere che morire di musica anche se è molto difficile in questi tempi vivere di musica quindi punto più sulla seconda.

La tua è una storia struggente, il classico emigrante, vero?

Si, sono nato a S.Agata Militello in provincia di Messina e vivo da più di dieci anni a Bologna. In questo periodo ho maturato la mia passione per il Blues e lo Swing, le mie canzoni prendevano sempre più queste caratteristiche e “I miei omaggi” ne è contaminato.

I miei omaggi? Casomai, i tuoi…

“I miei omaggi” è il titolo del mio primo album ed è stato prodotto da Andrea Romeo a Treviso.

La smettiamo di emigrare?

Beh… è strano che un siciliano che vive a Bologna vada a registrare a Treviso, ma la determinazione di Andrea nel volermi produrre in un luogo fantastico come il Magister Studio ha avuto la meglio e sono contento della scelta che ho fatto.

Ho ascoltato una parte dell’album, mi sono fatto un’idea su di te… Gli altri che dicono?

Sto leggendo belle recensioni e mi auguro possa continuare questo trend. (Si scusa per aver detto ‘sta parolaccia). Ci sono copie sparse in alcuni negozi di dischi in tutta Italia e lo stesso disco è in vendita durante i miei live.

Mi piace la contaminazione di stile e di generi, non riesco a catalogarti, a collocarti… Forse per questo sono qui! la domanda classica è: prima il testo o la musica?

Le canzoni nascono sempre senza farsi accorgere. Nascono in punta di piedi e ti accorgi del fatto che tu stia scrivendo una canzone quando ormai hai imbastito lo scheletro. Per cui non ti so dire se nasce prima il testo o la musica, forse nascono entrambi nello stesso momento, dentro di te, e si manifestano talvolta insieme, talvolta una dopo l’altra, ma davvero, sei così preso nella stesura che non ricordi mai se la prima cosa che ti è venuta fuori sia una frase o un riff.

Prima di fare un video e di far vedere ai milioni di seguaci di Velvet Music quanto sei bello, mi dici che farai domani?

Ho in progetto di andare sulla luna senza navicella e di vincere al superenalotto senza giocare. E poi di portare la mia musica in più posti possibili. Luna inclusa.

…e sulla lapide che ci mettiamo?

“Torno subito”

Saluti e baci

E’ finita. Taccuini e smartphone messi da parte. Siamo a Bologna, andiamo a cena da Vito (storica trattoria frequentata da Guccini, Dalla et similia), prima di chiudere tutto, vi dico che a me William Manera, a tratti, ricorda il primo Enzo Jannacci. Forse un pizzico più blues/rock ‘n roll. Quel baffetto fa gioco e maschera insieme. Quel sorriso è coinvolgente. Consiglio il videoclip “Libero”. L’avevo visto passare una volta anche su Mtv. Ragazzi, questo la musica la sa.

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