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Lucio Dalla, la casa diventa un museo pro Finale Emilia

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Maria Latella: “Lo sa che al suo funerale i politici ci saranno e diranno ‘è stata la colonna sonora della nostra vita’?“. Lucio Dalla: “…mi da una buona ragione per non morire mai“. Un’intervista, una battuta, per giocare col destino e per sfidarlo. Adesso Lucio è diventato un angelo e, come tale, fa del bene anche da lontano: la sua abitazione bolognese diventa un museo aperto ai fan. Motivo? Raccogliere fondi per i terremotati di Finale Emilia.

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Apertura straordinaria

Per tre giorni l’abitazione di via D’Azeglio sarà visitabile. L’iniziativa del Fai servirà a ricostruire il palazzo del Municipio di Finale. Dal 30 novembre al 2 dicembre grazie a un’iniziativa del Fai, il Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con gli eredi del cantante. L’iniziativa sarà presentata alla stampa il 25 ottobre. Lucio Dalla è scomparso improvvisamente il 1° marzo del 2012 a causa di un infarto mentre si trovava in tournee in Svizzera. La casa si porta dietro una storia particolare: è stata lasciata, lo scorso mese di luglio, da Marco Alemanno (compagno di Lucio), dopo che la mancanza di un testamento ha fatto ereditare il patrimonio del cantante (casa compresa) ai parenti dello stesso. Non proprio una “storia felice”. Ma quando qualcuno muore è un po’ come quando finisce un amore: di base c’è sempre una tragedia e le conseguenze non sono prevedibili.

Tra amicizie e collaborazioni…

Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani, Gli Stadio, De Gregori, Morandi e, last but not least, Pierdavide Carone. Amici che hanno frequentato quella casa che sembrava fatta apposta per diventare un museo. Aria di musica, di arte, di ricordi e di progetti. Sanremo 2012 è uno di quei ricordi, con Lucio che dirige l’orchestra: un gioco, una prova. Poche settimane dopo tutto diventa storia. Improvvisamente. Dice che i grandi artisti sono tali solo se sanno improvvisare. Lo diceva anche Chuck Berry. C’è una canzone che mi ricorda l’infanzia, non ho potuto fare a meno di postare proprio quella su Facebook. Il giorno della scomparsa di Lucio. “Se io fossi un angelo”. Un brano ipotetico, tanto legato a quella piccola particella, “se”. “..vi do due ore al massimo, poi sulla testa vi piscierei…sui vostri traffici, sui vostri dollari, sulle vostre belle fabbriche di missili…“. Insolente e sognatore. Arrogante e generoso. Piccolo e grande. Lucio Dalla, la casa che diventa un museo. Peccato manchi il direttore di questo museo.

(foto by kikapress.com)

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