Non l’ho mai amato, lo ammetto. Transeat per alcune pietre dure, uniche e preziose, come “La canzone dell’amore perduto”, “Geordie”, “Pescatore”, “Khorakhanè”, “Volta la carta” e “Carlo Martello…”. Oddio, se ci penso, qualcuna me la ricordo. Più di qualcuna. Mi fate un regalo a Natale? Il 13 novembre esce “I Concerti”, la raccolta completa degli 8 tour di Fabrizio De Andrè in 16 dischi: e pensare che uno dei pochi concerti che ho faticosamente scaricato dal web (ehm…) è proprio il suo ultimo “incuriosente” live del 1998…
Era il 1998, era un bellissimo live…
Era il 13 Febbraio del 1998. Ed era anche il 14 febbraio. Teatro Brancaccio, Roma. Due giorni per registrare gli ultimi concerti di Faber. Diceva, lui: “Benedetto Croce diceva che fino all’età di 18 anni tutti possono scrivere poesie…dai 18 anni in poi rimangono solo due categorie di persone a scriverle: i poeti ed i cretini…quindi io per precauzione, preferirei considerarmi un cantautore“. Una frase, buttata lì. Ma mica tanto. Quell’album di 25 anni fa mi fece conoscere la bravura di Cristiano, figlio di Fabrizio, eccellente suonatore di strumenti a corda. Un album live di Fabrizio De André, pubblicato nel 1999, poco tempo dopo la sua morte. E tornano in mente liriche comunque inestimabili, per forza espressiva, per capacità di essere “radiofoniche” (c’è ritmo, c’è musica che non ti fa restare fermo..), per dei testi che erano un’esigenza, una necessità impellente dell’artista. Dell’uomo, prima di tutto.
E, adesso, un bel box!
Insomma, il prossimo 16 novembre arrivano “I Concerti” di Fabrizio De Andrè. Otto tour in 16 Cd. Lo ha reso noto la casa discografica (Nuvole Production/Sony Music), un grosso grande cofanetto da collezione, un reperto storico e artistico eccezionale per tutti gli amanti della musica d’autore. Poi, un libro illustrato a colori di 192 pagine che riproduce gli schizzi originali dei palchi, foto di scena, di backstage e d’archivio mai pubblicate. Molte chicche, moltissima roba inedita. “I concerti” propone il meglio di queste tournee:
1975/76 “La Bussola – Storia di un impiegato”
1978/79 “+ PFM”
1981/82 “L’indiano”
1984 “Crêuza de mä”
1991 “Le nuvole”
1992/93 “In teatro”
1997 “Anime salve”
1997/98 “Mi innamoravo di tutto”
Un documento prezioso e definitivo. Si spera, ma non nell’accezione negativa del termine. Se penso a Giorgio Gaber, Rino Gaetano, Augusto Daolio, Jim Morrison, Freddy Mercury, Elvis Presley. Quanti grandi miti, quante leggende. Vanno onorati, omaggiati. Senza sosta, perché oggi non abbiamo bisogno né di poeti, né di filosofi. Ma di qualcosa a cui aggrapparci. La musica è un ottimo gancio. Ben venga per la generazione nuova un box-ricordo. Con la scusa, me lo studio meglio anch’io il signor Fabrizio De Andrè. Ah, dimenticavo questa: “A quella gente consumata nel farsi dar retta, un amore così lungo tu non darglielo in fretta…“. Prima o poi qualcuno verrà a chiedervi del vostro amore, statene pur certi.
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