L’altra notte non riuscivo a dormire e mi dividevo tra improbabili format di tivvù locali e il più classico Porta a porta. Quello non tradisce mai, che felicità! poi ho passato su Rai3, Linea Notte: ospite Filippo Graziani. Si parlava di musica, di concerti, di artisti. Si parlava di suo padre, Ivan Graziani. Si parlava di un tributo che 14 artisti hanno deciso (tempo fa) di donare al padre di Filippo (lui compreso, chitarrista-cantante). Avevo “bucato” questa news, mi son detto: “Devo rimediare“.
Tracklist incuriosente…
Ben 14 brani per riassumere il repertorio (vasto e mai banale) del cantautore abruzzese, scomparso nel 1997 all’età di 51 anni. Tra i protagonisti del disco, la cui direzione artistica è curata proprio dal figlio Filippo, ci sono eccelsi rappresentanti della nostra canzone moderna. Alcuni brani? Marlene Kuntz con Monnalisa, Roy Paci con Prudenza mai, Simone Cristicchi con Firenze, Cristina Donà con Agnese, Marta sui Tubi con Pigro, Mauro Ermanno Giovanardi con Lugano addio, Tre Allegri Ragazzi Morti con I lupi, Angela Baraldi e Massimo Zamboni con Lontano dalla paura. Filippo Graziani ha tenuto per sè la delicata E sei così bella. Una perla.
Il progetto
“Piano piano ho iniziato a tastare il terreno e vedendo che la risposta era sempre maggiore ed entusiastica ho deciso di fare le cose sul serio chiamando in causa Maria Laura Giulietti che aveva già curato la fortunata raccolta Firenze-Lugano non stop”. Queste le parole, semplici e leggere, di Filippo. In effetti, mancava una raccolta-tributo alla musica di suo padre. Ho sempre ascoltato tutta la musica, tutti i generi, anche quelli divisi da distanze siderali, dalla musica classica al folk, dal rap al pop. Giovane sanremologo, un bel giorno senza dire niente a nessuno (cit.) capitai davanti ad un signore con la chitarra. Era il 1994, presentava Pippo Baudo. Fin qui nulla di nuovo. La canzone in gara era “Maledette malelingue”, lui era un certo Ivan Graziani. Cantava di Federica, 15 anni e una relazione con un uomo più grande. Pettegolezzi di paese, provincialismi da ultimo stadio. Ivan, cantastorie moderno. Oggi certi programmi Tv farebbero a botte per invitarlo… Tre anni dopo, invece, tanti saluti. Ivan Graziani ci saluta per sempre.
Riconoscimenti postumi
Come molti, Ivan Graziani è stato in grado di regalare grandi sogni quando ha finito di cantare. Anzi, quando ha finito di vivere. Così è successo per altri artisti, da Rino Gaetano a Franco e Ciccio, sino al grande Totò. Ivan Graziani, forse oggi avrebbe avuto poco appeal, per il suo abbigliamento “poco fa”, per il suo essere eccessivamente essenziale, ma senza dubbio avrebbe riscosso un grandissimo seguito. Insegnando a fare musica, come solo i grandi san fare. Bravo, Filippo Graziani: questo tributo di gruppo era da fare. I grandi non vanno dimenticati: io stesso, dopo “Maledette malelingue” ho fatto un blitz nel negozio di dischi e ho comprato una raccolta di successi di Ivan. Lugano addio, Agnese, Pigro, Nostra signora dei ciliegi. Tanta roba. “Un ricco omaggio, un ricco tributo, un riconoscimento…” (Frankie Hi Nrg, 1992).