Sono passati oltre 6 anni. “Eccoti qui, sei anni in più, magra e attraente tu di nuovo qui…“. Scomodiamo un Baglioni d’annata (Ti amo ancora, 1978). Sei anni dall’esordio di Viola, brani in inglese (quasi perfetto), originalità e voglia di stupire. Viola era la versione musicale di Violante Placido: proprio lei, quella che secondo alcuni era diventata famosa per via del suo cognome, aveva in seguito provato a diventare una cantante, grazie al suo essere attrice affermata. Quanto parla la gente…
Sei anni dopo
Quella de “L’ultimo bacio“. Tenera e dolce. Affascinante e conturbante. Mai doma, attenta alle sfide, vogliosa di mettersi in discussione. Cambiando identità: una chitarra per maschera, Violante Placido diventa Viola. E’ il 2006 quando debutta nel mondo musicale. Anticipato dal singolo Still I, pubblica l’album Don’t Be Shy…, 10 tracce per lo più in inglese di cui è anche autrice. Viola canta sullo stile cantautorale di Suzanne Vega. Anche se i paragoni si sprecano. Il secondo singolo è How to save your life. Successivamente collabora con il cantautore Bugo, nel rifacimento in versione duetto del suo brano Amore mio infinito. Duetta con Mauro Ermanno Giovanardi nella canzone Bang Bang contenuta nell’album Ho sognato troppo l’altra notte? (2011). Siamo al 2012 e recentissima è la sorpresa. Alla Galleria 19 di via San Sebastiano a Napoli: stasera (dalle 22) Viola imbraccerà la sua chitarra e diventerà una poetessa del rock accompagnata da Lele Battista. Un concerto fuori le righe, intitolato «Nel mentre», e che comprende in scaletta alcuni pezzi inediti, scritti a quattro mani.
Non essere timida, Viola…
Violante si avvicina alla musica nel 1998, privilegiando soprattutto il cantato inglese e pubblicando il suo primo album “Don’t Be Shy” (non essere timida), nel 2006. Poco più che ventenne si avvicina alla musica, non può dirsi quindi un’improvvisata questa sua attitudine al palco. Mica Carla Bruni. Adesso si può dire, tanto c’è Hollande al comando. Violante Placido sembrava timida ne “L’ultimo bacio“, la ragazza della porta accanto, con un mondo interiore pronto a esplodere. Così anche quando diventa Viola. “Una bellezza magnetica che ricorda Catherine Denevue“, ha detto di lei Nicolas Cage. La incontrai anni fa negli studi di Via Asiago, Radio2, e le dissi sfacciato: “Ho il tuo poster in camera, ma non prendermi per un camionista a riposo…“. Lei fece un sorriso, abbassando lo sguardo. A me non dispiace come “cantantessa”, ha ampi margini di miglioramento. Lo diceva anche Celentano: “…Viola, stesa sul fieno mentre il sole va giù, una stella sul prato sei tu…“.