Marracash e Gué Pequeno, dopo aver fatto coppia nell’album “Santeria”, portano le loro rime in tour, che prenderà il via il 24 gennaio. Al ‘Corriere della Sera’ dicono: “J-Ax e Fedez non sono rapportabili a noi, basta guardare alle rime e agli artisti con cui collaborano per capire che sono una forma di pop”.
Dopo il successo dell’album “Santeria”, Marracash e Gué Pequeno sono pronti a partire con il tour, che prenderà il via il 24 gennaio (31, 1 e 20 febbraio a Milano, 18 a Roma). Nel corso di un’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’, i due rapper regalano alcune anticipazioni sulla struttura dello show: “Sarà una specie di corto suddiviso in pillole” – spiega Marracash – “Siamo i protagonisti di una gangsta story che riprende quella dell’album. In alcuni passaggi ci sarà un’interazione con quello che accade sul palco”. “Non solo laser e video come in un concerto normale, ma un progetto artistico più complesso e su più fronti”, aggiunge Gué.
Inevitabile il paragone con l’altra coppia d’oro, J-Ax e Fedez, pronta a lanciare l’album “Comunisti col Rolex” il prossimo 20 gennaio. “Non sono rapportabili a noi. Basta guardare alle rime e agli artisti con cui collaborano per capire che sono una forma di pop, ma non scomoderei nemmeno nomi come Baglioni e Battisti, che si maschera da rap. Fedez è una macchina da guerra del business, glielo riconosco, ma la mia musica ha altri obiettivi”, precisa Marracash. Interviene Guè: “Ax aveva già dimostrato spirito di adattamento in passato. Non è un delitto fare soldi, ma io lo dico chiaramente e non mi nascondo dietro altro. Io non voglio essere un politico, un attivista sociale o altro. Se invece hai la piscosi che ti fa vivere per il clic, sui social finisci col dire tutto e il contrario di tutto, preghi per Aleppo, preghi per i terremotati quando in realtà preghi per i soldi”.
Il discorso, poi, si allarga al resto della scena rap e a Sanremo. L’analisi di Gué Pequeno: “Alla popolarità e al successo di progetti come il nostro o quello di Salmo non corrispondono spazi in tv”. Marracash aggiunge: “Il mondo della tv italiana è decadente e morente. La cosa tragica è che in 60 e passa anni nessuno sia riuscito a svecchiare il Festival di Sanremo. E mi stupisce che nessuno provi a sfruttare economicamente il rap non solo in tv, ma anche con una radio dedicata o con un’etichetta discografica”. Infine, sul futuro, Marracash dice: “Riprendo il percorso solista e voglio recuperare me stesso. In Santeria sono in primo piano i personaggi rispetto alle vite reali”. Gué, sui suoi prossimo progetti, spiega: “Sto facendo cose diverse: da un lato per confermarmi leader con pezzi urban e reggaeton e dall’altro per impormi anche sulla contemporaneità e sul versante trap”.
Photo Credits: Facebook