Sabato 24 settembre 2016 è andato in onda su Rai 1 lo speciale Viva Mogol! in cui si è parlato anche di Luigi Tenco. Per la famiglia del cantautore scomparso nel 1967 alcuni racconti del conduttore Massimo Giletti e dello stesso Mogol non corrisponderebbero a verità. Ecco la nota stampa…
Polemica per il programma Viva Mogol! andato in onda sabato 24 settembre 2016 su Rai 1. La famiglia di Luigi Tenco non ha gradito alcune parole di Mogol in merito alla partecipazione del cantautore scomparso al Festival di Sanremo nel 1967 (in gara con il brano Ciao amore ciao): “Mi ricordo che quell’anno lì avevo tre canzoni e non sono andato proprio per dimostrargli che ero contrario alla sua partecipazione. Ho visto però Luigi sul televisore che cantava con una maschera drammatica. Cantava questa canzone che non era drammatica e sembrava andasse controcorrente”.
Attraverso un comunicato stampa gli eredi Tenco chiedono che nella seconda puntata della trasmissione (che verrà trasmessa sabato 1 ottobre sempre sulla Rete Ammiraglia) vengano smentite le dichiarazioni false. “Mogol – si legge in una nota – dichiara di non essere voluto andare a Sanremo proprio per dimostrare a Luigi che era contrario alla sua partecipazione… Contraddicendosi poi con la frase ‘io questa storia l’ho vissuta, l’ho vissuta quella notte, perché gli ho parlato…’. Mogol, infine e sorvolando su altre sue frasi prive di fondamento, asserisce di essere andato ai funerali di Luigi Tenco ai quali parteciparono soltanto altre 8 o 9 persone… Questo è il dolore più grande che noi familiari abbiamo provato nel guardare il programma ‘Viva Mogol’ che continua a mancare di rispetto al ragazzo di 28 anni che Luigi era, offendendone persino la memoria. Pertanto non possiamo che ritenere questo programma di bassa qualità e di totale disinformazione, per ciò che riguarda la parte di Luigi Tenco!”.
Anche il conduttore Massimo Giletti ha detto la sua: “Penso che in quelle parole ci fosse quella fragilità, questo desiderio di porre fine alla sua vita. Posso sbagliarmi, lo ripeto, ma c’era già il seme della sua fragilità”. Sensazioni smentite: “È sicuramente sbagliata poiché è ampiamente risaputo che la canzone originale, dal titolo “Li vidi tornare”, esprimeva concetti antimilitaristi e di certo non personali. Altrettanto ampiamente risaputo è il fatto che la canzone, dietro suggerimenti e pressioni di esperti del mondo della musica dell’epoca, fu modificata da Luigi per le esigenze del Festival con il titolo ‘Ciao Amore Ciao’ attraverso la quale era riuscito, però, a mantenere i temi sociali a lui cari sul fenomeno dell’emigrazione e di certo non personali. Quindi, visto l’intento di portare sul palco del Festival di Sanremo contenuti e valori sociali, in nessun caso vi si poteva leggere alcun desiderio di Luigi di porre fine alla sua vita“.
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