Paul McCartney non ci sta: azione legale per avere il catalogo dei Beatles

Soltanto pochi giorni fa vi avevamo parlato dell’accordo raggiunto tra la Sony e gli eredi dell’ex re del pop, Michael Jackson per rilevare l’intero catalogo dei Beatles (LEGGI LA NEWS).

Il colosso avrebbe sborsato la bellezza di 750 milioni di dollari per acquisire il 50% dei diritti musicali che erano nelle mani di Michael Jackson (tra cui figurano anche i diritti dei Beatles e di Taylor Swift): una mega operazione economica e commerciale che ha attirato le attenzioni di tutto il mondo musicale e non. Ma Paul McCartney non ci sta ed ha il ‘dente avvelenato’ già da tempo per la questione riguardante i diritti del suo ex gruppo. Già anni fa McCartney e Michael Jackson diedero vita ad un’accesissima asta per acquistare i diritti dei Beatles, poi vinta all’ultimo secondo dall’offerta superiore di Jacko.

Ma proprio oggi è arrivata un’ulteriore possibile svolta: una legge americana potrebbe permettere a Paul McCartney di entrare in possesso, finalmente, di quei diritti. A rivelare l’incredibile retroscena è stata la nota rivista Billboard, che sostiene che Paul McCartney dovrà necessariamente appellarsi alla legge entro gennaio 2018: “Il Copyrights Act del 1976 dà ai cantautori la possibilità di recuperare parte dei loro diritti nel caso di canzoni scritte prime del 1978si legge sulle pagine di Billboard -, gli autori possono recuperare quei diritti a distanza di 56 anni, ed il 56esimo anniversario del catalogo di Lennon e McCartney cade nel 2018“.

Intanto, tornando alla maxi operazione Sony-eredi di Michael Jackson, il contratto definitivo dovrebbe essere finalizzato il prossimo 31 marzo e il tutto dovrebbe arrivare a una conclusione verso la fine del 2016 o l’inizio del 2017 (la transazione, infatti, è soggetta a una serie di verifiche da parte delle autorità: è un iter che necessita molto tempo). Nessuno sa come andrà a finire questa vicenda, eppure sono anni, se non decenni, che Paul McCartney sta provando ad acquisire i diritti discografici del gruppo che lo ha reso grande.

Foto by Facebook

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