Nella primavera 2015 Laura Pausini ha annunciato che sarebbe arrivato un nuovo disco, a quattro anni di distanza dal successo mondiale riscosso da Inedito. Sembra quasi passato un secolo e invece sono trascorsi solo pochi mesi da allora. Mesi fatti di piccole anticipazioni regalate dalla stessa Pausini, di un conto alla rovescia che ai fan è apparso infinito, ma anche di qualche polemica, con cui comunque ogni star ha prima o poi a che fare. Ma ogni amarezza, ogni sterile “chiacchiera da social” è stata spazzata via dalla musica. Da Simili, appunto, che alla fine è uscito il 6 novembre in tutto il mondo.
Quindici tracce in cui Laura ha racchiuso emozioni ed esperienze di vita personali o vissute da chi le sta accanto. Perché in fondo siamo tutti Simili, dalle pop star a chi segue la loro musica: “E’ una parola che mi piace molto – ha spiegato la cantante – perché contiene un significato che oggi mi sta molto a cuore. Quasi uguali. Quasi, appunto, uguali ma diversi. Simili come le impronte digitali: uguali e diverse“.
Così capita che chi ascolta il disco possa rispecchiarsi nei sentimenti universali da esso evocati: dall’amore per un padre a quello per una figlia, fino alla voglia di cambiare, di prendere in mano la propria vita, di scoprire la propria parte più nascosta e liberarla. L’album si apre con un singolo che ormai il pubblico conosce bene, Lato destro del cuore, scritto da Biagio Antonacci. L’amico e cantautore ha firmato altre due tracce del disco: E’ a lei che devo l’amore e Tornerò (con calma si vedrà), tributo alla musica latina che forse può lasciare un po’ interdetto qualche ascoltatore, ma che strizza l’occhio alla terra iberica e a quei paesi latino americani che hanno accolto Laura con grande calore in queste ultime due decadi.
Parliamo comunque di un album che accarezza alcuni aspetti della vita e della carriera di Laura, dunque un riferimento all’importanza che la musica latina ha avuto per lei può non essere così insolito come molti saranno portati a pensare. Dopo Lato destro del cuore, comunque, si procede con la title track, che ha potuto contare sulla collaborazione di una coppia ormai super-collaudata: Niccolò Agliardi e Edwyn Roberts. Il primo si è occupato del testo, insieme alla stessa Laura, ma anche delle musiche, affiancato da Roberts. I due per altro hanno già collaborato intensamente in passato per la colonna sonora di Braccialetti Rossi, la fortunata serie tv. Non a caso, infatti, Simili sarà anche la colonna sonora della terza stagione in arrivo sul piccolo schermo.
Ma il ruolo che Agliardi ha avuto nel disco va oltre il lavoro su questo brano: l’artista ha collaborato, ad esempio, anche per il testo di Chiedilo al cielo (scritto insieme alla Pausini) che si avvale della musica firmata da Paolo Carta, musicista, produttore e compagno della cantante. Tra l’altro il pezzo è uno dei tesori racchiusi nel disco, una traccia che entra velocemente in circolazione nel sangue.
Il trio Pausini, Agliardi (per il testo) e Carta (per la musica) viene replicato anche nel brano Il nostro amore quotidiano, una canzone che celebra l’amore con uno spirito squisitamente “pausiniano”. L’album in sé, infatti, richiama la produzione più classica di Laura: si conserva ciò che ha contribuito a renderla così popolare in Italia all’estero (come nel brano Nella porta accanto, ad esempio), ma pur non trattandosi di un lavoro del tutto rivoluzionario mostra anche una svolta artistica nella carriera della cantante, che per l’occasione ha spaziato dal melodico alla dance, dal rock al pop reggaeton (per Innamorata).
Ne è un esempio Io c’ero (+ amore x favore), la cui musica è stata firmata da Laura Abela (L’Aura) e Paolo Carta, in cui ascoltiamo Laura cantare con un registro insolito, accompagnata da un inarrestabile ritmo dance che già porta la mente ai concerti previsti per l’estate 2016 negli stadi. Lo “zampino” di Agliardi, comunque, si avverte anche nelle altre tracce per cui ha lavorato, ovvero Ho creduto a me, Colpevole e Per la musica. Quest’ultima canzone, che si apre tra percussioni decise e chitarra elettrica, è anche un tributo della cantante al suo pubblico, così eterogeneo per età, etnia, religione e stile di vita. Interessante l’idea di coinvolgere, per la realizzazione del brano, alcuni membri del fanclub ufficiale (www.laura4u.com) provenienti da tutto il mondo.
Ventotto fortunati e talentuosi fan provenienti da 17 Paesi (Brazile, Canada, Cile, Colombia, Equador, Finlandia, Francia, Gambia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Messico, Olanda, Russia, Serbia e Stati Uniti) hanno infatti eseguito solo la traccia audio del loro strumento o la linea dei cori, contribuendo così alla nascita del pezzo. Una canzone in cui il coro composto dai suoi sostenitori è effettivamente un elemento fondamentale, metafora di quel senso di unità che lega (o dovrebbe legarci) tutti (“Noi siamo uguali ma differenti…ogni km ha un’anima e mille identità”).
Ore veniamo agli altri Big che hanno partecipato al progetto, ricordando però che Laura ha fatto comunque anche largo “alle nuove leve” ed ha ospitato nel disco anche un giovane autore come Tony Maiello, classe 1989 e vincitore delle Nuove Proposte al 60º Festival di Sanremo, che ha firmato 200 note. Si è già fatto riferimento a Innamorata, scritta da Jovanotti: la forza del brano è quella di saper coniugare lo spirito di Jovanotti (per lo meno la sua parte più legata al “social” che al “sociale”) con lo stile della Pausini.
Due artisti apparentemente distanti, eppure complementari a quanto sembra. Una collaborazione inedita, un esperimento che sembra aver dato buoni frutti anche se pochi, probabilmente, avrebbero scommesso prima sulla possibilità che i due potessero lavorare insieme. Un inno alla forza delle donne, alla loro capacità di saper prendere in mano la propria vita quando necessario (“Tu non sai cosa può fare una donna innamorata della vita come me, posso correre sul filo dove scorre la corrente, posso credere al futuro, stare persa tra la gente”), con sonorità che rimandano alla musica internazionale, pur mantenendo sempre un piede in Italia.
Tra dance, cori e un pop più o meno insistente, c’è stato anche spazio per diversi attimi di intimità. Così ritroviamo Sono solo nuvole, firmato da Giuliano Sangiorgi, altra special guest. Archi, pianoforte, la voce vellutata di Laura, un testo delicato ma intenso, non banale. Questa traccia è probabilmente la vera perla dell’album. La chiusura del disco, invece, è affidata a due dei brani più sentimentali in esso ineriti: Lo sapevi prima tu e E’ a lei che devo l’amore. Se vi accingete ad ascoltarli per la prima volta e siete animi particolarmente romantici, assicuratevi di avere accanto una buona scorta di fazzoletti. Lo sapevi prima tu è nato dalla collaborazione con L’Aura, che si è occupata del testo (con la stessa Pausini) e della musica (con Simone Bertolotti).
Il brano, orecchiabile e leggero, parla del rapporto tra Laura e suo padre, del modo in cui lui ha sempre creduto nelle potenzialità della figlia, di come abbia “insegnato a volare” a quella bambina, riuscendo ad aiutarla a coltivare la passione per la musica, ma non solo (“Ti prendi cura di ogni mia paura”). Dal padre si passa infine alla figlia di Laura: quante cantanti possono affermare di aver realizzato un featuring con la propria erede di neanche tre anni? Laura c’è riuscita, complice l’intervento di Biagio Antonacci, che si è occupato di testo e musica di questa dolce sorta di ninna nanna. Così, se pure c’è stato chi ha storto il naso davanti alla leggerezza dal sapore estivo di Tornerò (con calma si vedrà), sarà costretto a ricredersi ascoltando l’ultima traccia dell’album. Laura canta accompagnata dalla chitarra suonata da Paolo Carta e dalla voce di loro figlia Paola, che era presente durante la registrazione del brano.
Sentiamo infatti la piccola inserirsi mentre la mamma canta e il papà suona, ripetere a modo suo quei versi scritti da (“zio?”) Biagio, con versetti tipici della sua giovane età. La scelta di chiudere il disco con questa canzone appare quantomai appropriata: forse è proprio nella voce di Paola che ritroviamo quel primo attaccamento alla musica che ci ha colto da bambini, da cui in fondo ha preso il via anche l’avventura di Laura, con quell’approccio infantile, così semplice e sublime, sgombro da schemi e pregiudizi. In questo modo, poi, si chiude il cerchio e la Pausini, diva, pop star, artista di grande fama, torna ad essere madre, compagna e donna, in un modo così simile (appunto) a tante altre sue ascoltatrici. Di seguito la tracklist dell’album:
- Lato destro del cuore
- Simili
- 200 note
- Innamorata
- Chiedilo al cielo
- Ho creduto a me
- Nella porta accanto
- Il nostro amore quotidiano
- Tornerò (con calma si vedrà)
- Colpevole
- Io c’ero (+ amore x favore)
- Sono solo nuvole
- Per la musica
- Lo sapevi prima tu
- È a lei che devo l’amore
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