“Abbiamo avuto una evoluzione senza cambiare genere, ma nel modo di cantare e di arrangiare la musica”, queste le parole usate da Il Volo qualche settimana prima dell’uscita del loro nuovo album, L’amore si muove, disponibile nei negozi e in formato digitale dallo scorso 25 settembre. Un’evoluzione, dunque, che si snoda lungo le 13 tracce contenute nel disco, pubblicato in ben tre versioni differenti (in italiano, inglese e spagnolo), anche se il loro lavoro rimane effettivamente comunque coerente con la produzione precedente, su cui si è fondato finora il successo del trio.
C’è il cosiddetto “Bel Canto”, ci sono i virtuosismi vocali di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble (come avrebbe potuto essere altrimenti?), c’è l’amore come tema portante e filo conduttore delle canzoni e ci sono tutte quelle melodie e sonorità capaci di conquistare gli ascoltatori di ogni età. Sì, perchè al di là delle indubbie doti canore dei tre artisti, uno dei traguardi più importanti da loro raggiunti non si misura in termini di vendite o classifiche, non si ferma ai dischi d’oro o di platino ottenuti, alla vittoria all’ultimo Festival di Sanremo o alla conseguente partecipazione all’Eurovision Song Contest.
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Il gruppo ha il merito di affascinare diverse generazioni (dai nonni ai nipoti) e a provocare in loro lo stesso entusiasmo. Le Volovers, ovvero le loro ammiratrici sparse in tutto il mondo, sono molto giovani, spesso teenager, eppure rimangono estasiate dalle loro canzoni tanto quanto i loro genitori, anche se il repertorio spesso comprende cover di brani scritti verso la metà del secolo scorso. Nel loro ultimo album, ad esempio, il trio ha riproposto successi del passato come Quando l’amore diventa poesia, brano del 1969 firmato Mogol-Soffici, Io che non vivo (senza te), singolo di Pino Donaggio pubblicato nel 1965, Nel blu dipinto di blu (1958) o, ancora, La vita, cantata al Festival di Sanremo 1968 da Elio Gandolfi.
Un buon traguardo questo, per il trio, che riesce così non solo a portare in alto la bandiera della buona musica, quella “di una volta”, reinterpretata e riarrangiata alla luce del giorno d’oggi, ma riesce anche a veicolare messaggi e valori divenuti ancora più importanti in un’epoca come quella odierna, fatta di apparenza, di ragazzi che passano sempre più tempo sui social network e sempre meno in compagnia di veri amici.
“Più bello della vita non c’è niente e forse tanta gente non lo sa”: se a cantare questo sono tre artisti che, al di là della notorietà internazionale, rimangono pur sempre dei ragazzi poco più che ventenni, allora c’è la speranza che tanti altri loro coetanei diano retta a quelle parole così importanti. Probabilmente certi messaggi hanno più valore oggi di quanto lo potessero essere all’epoca in cui sono stati scritti quei testi.
Ma non c’è solo il passato nel disco de Il Volo: in esso sono stati inseriti anche brani inediti come Aspetterò, Tornerà l’amore, Per te ci sarò e Il tuo sguardo manca, ed è proprio lì che, probabilmente, è racchiusa la vera “rivoluzione” de Il Volo rispetto alla produzione passata. Per te ci sarò è quasi l’urlo liberatorio che ogni innamorato vorrebbe gridare al vento alla sua amata (“l’emozione fra noi non ha fine, se vorrai ci sarò, se tu sarai in pericolo“), nonché la dichiarazione che ogni donna sogna di ricevere dal proprio “principe azzurro”. Inoltre il brano, dal ritmo incalzante, segna un momento di rottura rispetto alle tante cover presenti, decisamente più melodiche.
Aspetterò racconta sentimenti universali, senza tempo, così come senza tempo è la musica che lo accompagna. “Ma perché ti sei chiusa in te, perché sei sparita tu senza dirmi un perché?”, recita la canzone, prima di esplodere nel un ritornello dal sapore quasi “cinematografico” (sembra di poter vedere davanti agli occhi l’evoluzione della storia d’amore dei due protagonisti): “Aspetterò, le stelle pregherò, un giorno rivedrò il tuo sorriso splendere”. Ancora più moderna è Tornerà l’amore, in cui in effetti il modo di cantare dei tre sembra abbracciare in modo ancora più stretto il pop (“Tornerà l’amore senza far rumore e ti riconoscerà”).
Impossibile non citare la titletrack, L’amore si muove, rivisitazione di un brano (già emozionante di per sé) di Francesco Renga, Nel nome del padre, riscritto proprio dal cantautore insieme a Luca Chiaravalli. Non solo si tratta del primo singolo che è stato estratto dall’album, che viene aperto proprio dalle sue note, ma anche del pezzo che forse racchiude un po’ tutto lo spirito del disco. Tre le tracce cantate in inglese: The Best Day of My Life, Eternally e Beautiful That Way, l’indimenticabile tema principale del film La vita è bella. E’ sulle sue note, firmate da Nicola Piovani, che l’album si conclude nel migliore dei modi. Un viaggio lungo 13 brani coerenti e complementari, ma comunque ben distinti tra di loro per stile e atmosfere. Canzoni che portano chi l’ascolta in un mondo ideale, forse d’altri tempi, ma nonostante tutto attuale, come in una favola moderna.
TRACKLIST:
- L’Amore si muove
- Quando l’amore diventa poesia
- Io che non vivo (senza te)
- Il tuo sguardo manca
- The best day of my life
- La vita
- Nel blu dipinto di blu (Volare)
- Eternally
- Ricordami
- Per te ci sarò
- Tornerà l’amore
- Aspetterò
- Beautiful that way (La vita è bella)
Foto: Facebook