Dopo tanti problemi che hanno rischiato di far saltare il loro concerto, alla fine gli U2 sono saliti sul palco del Pala Alpitour di Torino ieri, 4 settembre, e a portare in scena il primo dei loro due show previsti in Italia (il secondo è atteso oggi, 5 settembre). Prima, però, c’è stato nel pomeriggio l’allarme che ha spaventato i fan in fila davanti al palazzetto, ovvero la minaccia di un giovane di origine asiatica di farsi saltare in aria (l’uomo, comunque, non aveva con sé alcun esplosivo e non sono ancora stati chiariti i motivi del suo gesto), poi è seguito il furto di un computer ha davvero messo a rischio la serata.
Si trattava di un Mac Book Air e in esso erano contenute la scaletta del concerto e tutte le proiezioni che avrebbero dovuto essere usate nel corso dello spettacolo: attimi di panico, perciò, ma alla fine il Mac è stato ritrovato grazie all’applicazione “Trova il mio iPhone” e il ragazzo che lo aveva portato a casa (un 21enne da poco entrato a far parte dello staff addetto alla vigilanza) è ora indagato per furto aggravato.
A parte questi incidenti, lo spettacolo è andato in scena senza scontentare nessuno, almeno secondo i primi giudizi espressi dai fan, con un palcoscenico aperto a 360° che ha permesso a tutto il pubblico di essere intorno al cuore dello show, con l’aggiunta di una passerella che ha anche consentito a Bono di passare tra i fan e spostarsi verso il secondo palco circolare posizionato poco più in là. “Il suono più bello del mondo”: così il cantante ha commentato lo scroscio di applausi che si è alzato al suo ingresso.
The Miracle, Cedarwood Road, Sunday bloody Sunday, Beatiful day, Pride e Desire, With or without You, City of blinding Lights, One: queste alcune delle canzoni presenti in scaletta, insieme anche alla toccante Iris (Hold Me Close), estratta dall’ultimo album della band, Songs of Innocence. Emozionante anche la scritta #refugeeswelcome, presentata dalla band in riferimento al drammatico problema dell’immigrazione, che negli ultimi giorni sta sollevando così tante polemiche in Europa.
“Noi musicisti non possiamo fare molto per i rifugiati – ha spiegato Bono – ma speriamo che i politici si muovano ad agire“. Flash mob, invece, durante l’esecuzione di Where the streets have no name, quando gli spettatori hanno alzato i telefonini mostrando tutti insieme una schermata con il fondo rosso e il simbolo di Red, il marchio dell’organizzazione no profit fortemente voluta da Bono per finanziare la ricerca contro l’Aids. Commosso, il cantante ha ringraziato per questo ennesimo segno di affetto da parte dei fan.
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