Nick Casciaro dopo Amici 13 pensa al disco: “Al lavoro, cerco solo l’occasione giusta”

Voce potente, risata contagiosa, grinta da vendere e un atteggiamento sincero: anche questo è Nick Casciaro, tornato recentemente a far parlare di sé, dopo aver preso parte alla tredicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, grazie all’uscita del suo singolo Sotto questa pioggia. Un brano estivo, leggero quanto basta, ma anche denso di significato, come ha avuto modo di spiegare anche lo stesso Nick, autore del pezzo, durante la nostra intervista. Un giovane cantante (ora anche cantautore, quindi) che può vantare un consistente pubblico di affezionati che lo segue anche se sono passati mesi, ormai, da quando ha lasciato la scuola più famosa d’Italia.

Dei sostenitori, come preferisce definirli lui, un po’ di tutte le età, dai ragazzi più giovani alle persone più mature: qualunque sia la loro età anagrafica, hanno iniziato a seguirlo apprezzandone la personalità e le doti artistiche, che vanno oltre la semplice visibilità offerta dal piccolo schermo e questa è già una bella soddisfazione. Ma non è facile, si sa, farsi conoscere e apprezzare una volta usciti da un talent. Bisogna lavorare anche più di prima, combattere contro il luogo comune secondo cui i concorrenti di certi show appartengono quasi a una “categoria B” di artisti.

Dimostrare di essere quel tipo di cantanti che hanno sfruttato la visibilità della tv ma che hanno anche molto altro da offrire. E’ un po’ quello che ora sta cercando di fare Nick, che sembra non essere più solo il talento emerso grazie al programma televisivo, ma anche un artista cresciuto e maturato in breve tempo. Il suo singolo ne è una dimostrazione, così come alcune delle riflessioni fatte durante la nostra chiacchierata, che riportiamo qui di seguito, grazie a cui è possibile capire qualcosa di più su questa promessa della musica italiana.

Come sta andando la riposta del pubblico al nuovo singolo?
Non avendo la spinta di un’etichetta forte, non penso di entrare in classifica a fianco di chissà quali grandi nomi, ma il risultato è comunque pazzesco. Le radio medie e piccole stanno rispondendo bene, ma anche da parte di radio più prestigiose c’è un certo interesse, anche se a volte hanno ammesso che non è facile trovare gli spazi giusti per presentare il pezzo in questo momento. Spero di approdare anche nelle radio più popolari, ma intanto il feedback va sempre meglio. Mi sono esibito live in numerose occasioni, in questo periodo. Erano soprattutto contesti in cui la gente già mi conosceva, ma tra il pubblico c’era anche chi non mi aveva mai visto ad Amici e nonostante questo si è avvicinato alla mia musica, si è complimentato con me. Una reazione che mi fa ancora più piacere, visto che la canzone è stata scritta da me.

A proposito di questo, com’è nato il brano?
In una notte in cui ero con il mio chitarrista, Giorgio Parisi, che è anche un grande amico e collaboratore prezioso. Avevamo concluso un progetto, fuori piovigginava e ho pensato che sarebbe stato interessante creare una canzone che ricordasse la pioggia. Per me è un dono, significa freschezza, libertà. E’ una canzone nata pensando agli acquazzoni estivi, quelli che ti fanno piacere, in fondo, visto il grande caldo.

Infatti inizia con un riff che ricorda le prime gocce che cadono dal cielo, per poi ricreare l’evolversi di un temporale estivo. E’ un invito ad essere diversi, a non nascondersi sotto le tettoie quando piove, a lasciarsi cadere l’acqua addosso per sentire cosa succede. Male che vada ci si bagna, ma non è grave. Così come per il resto della vita: noi esseri umani siamo prima di tutto animali, ci viene l’istinto di ripararci davanti a un temporale, ma non è detto che la scelta più giusta sia anche la migliore. Questo è un discorso che vale un po’ per tutto.

Il testo è stato scritto da me e supervisionato da Carlo Rizzioli. Per quanto riguarda gli arrangiamenti, il primo è stato realizzato da me e Giorgio Parisi, in un secondo tempo è intervenuto Valerio Carboni, poi l’arrangiamento e mixaggio finale è stato realizzato da Enrico Palmosi, che oltre ad essere un grande professionista è stato anche il produttore storico dei Modà. Per la produzione, invece, devo ringraziare la 90 BPM Pruction.

Hai un pubblico davvero molto fedele, con cui intratteni un bel rapporto grazie ai live e a social network, dove sei sempre molto attivo. Qual’è il tuo rapporto con loro?
Sono convinto che da soli si può fare tanto, ma non tutto: da solo avrei mai potuto raggiungere 13.000 visualizzazioni di Sotto questa pioggia su Youtube nel giro di tre settimane, non potrei avere i consensi delle radio o esibirmi sui grandi palcoscenici. Devo energia, amore, sentimenti e carica a tutte quelle persone che mi seguono. Tanto che per riferirmi a loro solitamente non uso il termine “fan”. Deriva da “fanatismo”, in fondo, e i fanatici a me non piacciono, sono pericolosi.

Il sostenitore è invece quella persona che “ti sostiene” in maniera sana, che ti segue per la persona che sei, non per la notorietà che hai avuto in un certo periodo. Il mio gruppo di sostenitori è un gruppo felice, unito, simpatico, fresco, genuino e composto da persone mature, non solo da ragazzini. Le persone più mature hanno una sensibilità che magari non hanno gli adolescenti (com’è giusto che sia, per il loro percorso): sapere che una signora di 40-50 anni ti segue ti fa capire che sei arrivato grazie alle tue doti personali e non solo grazie alla tv.

Ma mi segue anche una grande fetta di ragazzi più giovani. In ogni modo mi piace coinvolgerli. Sono estremamente attivo sui social: sono io che rispondo, sempre. E’ diventato un lavoro stare dietro a tutti i canali, ma è piacevole perché ti permette di stare in contatto con tutti, di rispondere alle domande, anche se ovviamente è meglio vedersi dal vivo. Ma non è facile: canto in tutta Italia, ovviamente non sempre chi mi ascolta può seguirmi in ogni tappa.

Su cosa stai lavorando?
Vorrei presentare presto un disco al mio pubblico, ma il costo è elevato e non ho alle spalle un’etichetta prestigiosa. Sto lavorando per entrare in contatto con una major, spero che possa piacere il progetto, visto che sto lavorando con un entourage fatto di arrangiatori e autori di alto livello.

Pensi che emergere grazie a un talent penalizzi, oltre che aiutare?
Devi dimostrare di poter sostenere l’attenzione mediatica derivata al format televisivo più potente che ci sia in Italia. La gente è maliziosa, a volte: è facile pensare male, perché il mondo della tv è un mondo di finzione, si può stentare a credere che un ragazzo del Trentino sia entrato in un programma così prestigioso solo grazie alle proprie forze, senza qualche “magheggio”. Perciò, come in altri campi, devi dimostrare il tuo valore. La scuola di Amici è stata una scuola di vita oltre che di musica. Alle persone che pensano male dico solo di non chiudere la mente senza sentire ragioni.

Hai seguito l’ultima edizione di Amici? Per chi tifavi?
Non l’ho seguito molto, perché fortunatamente ero sempre in giro per lavoro, soprattutto nei weekend. Ma ho lavorato molto a Roma e ho avuto la fortuna si conoscere Silvia, Paola, i ballerini, anche se di sfuggita…ho fatto un saluto e ho scoperto che erano uguali identici a noi! Magari la mia edizione mi è sembrata un po’ diversa…forse eravamo meno televisivi, ma comunque molto legati. Pur seguendo poco il programma, ho riconosciuto subito i due possibili vincitori: i The Kolors e Briga. I The Kolors si meritano il successo che stanno ottenendo: sono ragazzi in gamba, si sono formati in Inghilterra…si sono meritati la vittoria.

Pensi al Festival di Sanremo?
, vorrei presentarmi con una canzone vera che mi rappresenti, anche se non necessariamente scritta da me. Stiamo lavorando a una rosa di inediti per la selezione, la volontà c’è.

C’è qualcosa che non rifaresti, tornando nella scuola?
No! Tutte le mie esperienze mi hanno fatto arrivare qui, nel modo in cui sono oggi. E’ una teoria legata anche a un certo tipo di filosofia indiana, che ho scoperto recentemente: non c’è esperienza che non si debba fare. Se hai vissuto qualcosa in un certo modo,vuol dire che eri pronto a viverla così, nel bene e nel male.

Come stai passando l’estate, a parte il lavoro?
Ieri ero al Festival Show a Bibione, dove ho rivisto anche i Dear Jack e Moreno e ho ancora tanti live in programma…è un’estate impegnativa, ho circa 10 concerti in Sardegna, tra agosto e settembre. Prima di Amici ero uno sportivo doc, anzi, nasco sportivo e solo in un secondo momento ho scoperto la vena artistica! Ora ho meno tempo, ma appena posso vado a surfare e mi alleno.

A proposito di concerti, ricordiamo che Nick sarà in tour secondo il seguente calendario (tenuto sempre aggiornato sulla sua pagina Facebook, www.facebook.com/nickcasciaro, e sui suoi canali social, quindi non perdeteli di vista):

  • 12 agosto: Auchan – Cagliari (ore 17:00)
  • 12 agosto: Paula
  • 14 agosto: Auchan – Olbia (ore 17:00)
  • 15 agosto: Villasalto (CA)
  • 16 agosto: Guspini (CA)
  • 24 agosto: Villaperucio (CA)
  • 29 agosto: Pescara
  • 5 settembre: Notte Rosa Albano Terme (PD)
  • 9 settembre: Ferramanna (CA)

Foto: Facebook

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