Albert Marzinotto è il vincitore di Top Dj, il talent show per dj e dj producers firmato Endemol e prodotto da YAM112003 e Sky Uno. Il giovane dj ha 25 anni, un grande amore per i vinili e un’innata passione per la musica in genere, coltivata sin dalla tenera età, tanta esperienza e, soprattutto, molta voglia di continuare a imparare, crescere ed esprimersi attraverso i suoi pezzi. Tra una serata e l’altra, durante i suoi anni di gavetta e lavoro nei locali, è riuscito a farci “scappare” anche una laurea in architettura, tanto per non farsi mancare nulla. Sembra inarrestabile, insomma. Durante la nostra intervista ci ha raccontato non solo com’è andata la sua esperienza nel corso del talent, ma anche com’è cambiata la sua vita dopo la vittoria e quali sono i suoi progetti immediati e futuri.
Cosa ci racconti dell’esperienza a Top Dj?
E’ stato bellissimo, da brividi, anche se non è stato facile: il livello dei concorrenti era altissimo. Come ogni talent artistico, poi, non bastava l’esperienza, ma anche l’ispirazione. Adesso sono sorpreso dal successo che sta avendo il mio singolo, Safe and Sound (che riportiamo qui di seguito n.d.r). Lo stanno passando in radio, ora stiamo preparando il videoclip…ancora non me ne rendo davvero conto!
Come sono cambiate la tua vita e la tua carriera?
Non pensavo che andasse così bene…ho tante serate in programma. Certo, anche la concentrazione ora è più alta di prima: durante la settimana lavoro sulle mie produzioni, poi per i dj set…il 18 giugno ho suonato al Sonar Festival di Barcellona, per il Lapsus Music Showcase e dovrebbe uscire anche qualche data a Ibiza.
Quand’è che hai capito che questa era la tua strada?
E’ venuto naturale: suono piano e chitarra, ma mi affascinava l’idea del vinile. Ho comprato il giradischi e da lì è diventata quasi come una “dipendenza”: ho iniziato a collezionare dischi, a mixarli…l’approccio è diverso da quello del giorno d’oggi. Io ho iniziato quasi 14 anni fa, Internet non aveva tutte queste potenzialità. Quindi è stato un percorso molto lento, è quasi incredibile pensare che sono ora sono top dj! Agli inizi avevo comprato solo un giradischi e uno stereo, che avevo attaccato alla consolle: potevo mixare solo un brano. Poi si cresce, ho inserito il live con la batteria nei miei dj set, che li contraddistingue. Ho iniziato in un locale in provincia di Venezia, che mi ha permesso di lavorare con Coccoluto, Ralf, Luca Agnelli, Joe T Vannelli…artisti di un certo livello, insomma. Ora in Italia vanno di moda le serate con l’ospite straniero, 10 anni fa non era così. Ho imparato da veri professionisti, ora collaboro con loro, ed è un cammino bellissimo.
Aprirai il concerto di Jovanotti a Roma (QUI IL CALENDARIO DEI DJ SET PREVISTI DAL SUO TOUR), come ti senti?
E’ un sogno! So che sembra banale dirlo, ma è davvero uno dei miei artisti preferiti. Ora inizia a salire la tensione, inizio a entrare nell’ottica. L’ho conosciuto durante Top Dj, lui è stato un ospite ed era rimasto colpito dalla mia musica. Poi mi ha chiamato e mi ha convocato per ben due serate! A Roma e San Siro. Non posso dire niente sulla scaletta, se non che…come smetto di suonare io inizia lui!
Avete parlato di qualche collaborazione?
Sognare è lecito!
Quali sono i progetti a lungo termine, i sogni nel cassetto?
Arrivare a più persone possibili, suonare in giro per il mondo, partecipare ai festival europei…insomma, i sogni di ogni dj! Mi piacerebbe uscire un po’ fuori dall’Italia, il programma mi ha dato una certa visibilità, spero di saper sfruttare questa possibilità.
A chi ti sei ispirato?
Io sono un ricercatore di musica, tanta ispirazione la trovo anche nella musica anni ’70 o ’80. Avrei tanti dj da citare…ad esempio ho un bel ricordo di Francesco Farfa, che mi ha dato lo stimolo a proseguire con i vinili, ma mi ha ispirato molto anche Luca Agnelli, che mi ha trasmesso la sua euforia, il suo essere eclettico…è un po’ un fratello maggiore, mi ha dato tanto. Ma potrei citare anche Ralf, con la sua presenza in consolle così forte…sarebbero davvero molti i nomi da fare.
Dischi che porti nel cuore o che comunque consiglieresti?
Mi piace Lerry Levant, un mostro dell’house music, ci sono suoi brani che ancora continuo a scoprire. Penso anche ai Master At Works, To be in love è una traccia che consiglierei a tutti. Più recentemente, invece, mi vengono in mente i Booka Shade, Body language è una traccia che sento particolarmente mia.
Foto: Facebook