Nathalie: “X-Factor? Il risultato di tanto impegno e di una dura gavetta” [FOTO]

Parla cordialmente e sorride spesso, Nathalie, appare sinceramente felice quando parla dei suoi progetti, dei traguardi raggiunti, della musica. Mostra quella solarità di chi è consapevole di potersi godere, dopo tanti anni di duro lavoro, un periodo florido e fatto di successi sudati e meritati. Sì, perché Nathalie Giannitrapani non è solo la vincitrice della quarta edizione di X-Factor ma è prima di tutto una cantautrice che ha solcato tutti i tipi di palchi prima di arrivare a cantare davanti a milioni di telespettatori. Non ha dimenticato il percorso in salita fatto prima che i riflettori si accendessero su di lei, anzi, va giustamente fiera di quel periodo, ci tiene a sottolineare quanto possa essere stato importante per la sua evoluzione.

Ti senti cresciuta rispetto al 2010 e alla tua vittoria a X-Factor?
Di per sé X-Factor era già un traguardo che mi dimostrava quanto fossi cresciuta rispetto agli anni precedenti, fatti di tantissimi di concerti nei locali. Un periodo, quello, a cui devo tantissimo. È stato un processo davvero fondamentale che mi ha fatto maturare come artista. Sicuramente sono evoluta anche in questi quattro anni, non lo nego, ma molto si basa sulla gavetta fatta in precedenza. Poi ovviamente non si finisce mai di cambiare o migliorare, lo facciamo tutta la vita.

Che novità ci racconti?
Prima di tutto ho partecipato alla colonna sonora del progetto editoriale e multimediale Dirsi addio: in poche parole, è stato chiesto a sette tra i più noti autori contemporanei, tra cui Ascanio Celestini e Chiara Gamberale, di scrivere ciascuno a modo suo un racconto sul tema dell’addio, da questi sette racconti brevi sono state create altrettante sceneggiature (scritte da Jacopo Fantastchini, Francesco Favale e Matteo Cerami, n.d.r) per la realizzazione di un film. Io ho contribuito alla sua colonna sonora cimentandomi con una cover, L’Anamour di Serge Gainsbourg. Ho realizzato due versioni diverse: una acustica e una rock.

Lo speciale contributo musicale di Nathalie, per altro, ha coinvolto anche il produttore britannico Owen Morris. Lo stesso che si è reso noto per aver lavorato con Oasis e Verve, tanto per capirci.

Lavorare per un progetto simile, insieme a tanti professionisti, cosa ti ha lasciato?
L’Anamour mi ha dato la possibilità di esprimere qualcosa di diverso, che non vuol dire necessariamente “migliore” rispetto ai precedenti lavori ma sicuramente un modo nuovo per mostrare un altro lato di me. Prendere il brano di qualcun altro e poterlo rimaneggiare ti permette di distaccartene e “giocarci”. Un modo per non rimanere sempre nel tuo “loop di creatività”. E’ stato un grande stimolo, anche perché ho potuto unire il mio amore per la musica con quello per il cinema.

Negli ultimi anni hai avuto modo di collaborare con grandi artisti, da The Niro a Raf, con cui hai duettato per il singolo Sogno d’estate. Senza considerare la tua esibizione con la mitica Skin. Prima di X-Factor, nonostante il tanto lavoro in cui ti buttavi con anima e cuore, avresti mai pensato di trovarti lavorare con musicisti di questo calibro?
A volte per me è ancora surreale! – ride – Realizzo e dico : “Che bello!”. Non sarebbe stato possibile senza la grande esposizione mediatica che ho avuto con X-Factor e con il Festival di Sanremo (edizione 2011, che ha visto Nathalie gareggiare con il brano Vivo sospesa n.d.r). Grazie a tutto questo, infatti, ho avuto modo di rimanere in contatto con artisti che per me forse sarebbero rimasti irraggiungibili. La cosa che mi ha stupito è che questi grandi personaggi con cui ho potuto lavorare, in prima linea Battitato, hanno la consapevolezza di chi sono e quanto valgono ma anche una grande umanità, mantenuta nonostante il successo.

A proposito di Battiato, con cui ti sei trovata a duettare per il singolo L’essenza, com’è nata questa collaborazione e com’è stata questa esperienza?
Inizialmente mi è stato proposto di aprire i suoi concerti. Ero emozionata all’idea: quello di Battiato è un pubblico esigente…lo conosco bene visto che ne faccio parte! – ride – Un pubblico, insomma, che si sarebbe aspettato qualcosa “all’altezza della situazione”. Alla fine è stata un’esperienza bellissima, lo stesso Battiato ha speso parole positive nei miei confronti. In quel periodo ci tenevo ad avere un suo punto di vista su un brano che stavo scrivendo, Anima di vento. Fino a quel momento avevo pubblicato brani che avevo già scritto in passato…quella era la prima volta che scrivevo appositamente per una casa discografica (Sony Music)! Lui mi ha dato il suo parere. Allora ho iniziato a pensare a un brano che sognavo di cantare con lui, ho provato a proporglielo e, dopo essersi liberato dai tanti impegni che lo tenevano occupato, si è reso disponibile a dedicarmi il suo tempo. Non ci volevo credere!

Continui a seguire X-Factor?
Quando ci riesco sì, ma devo dire che l’emozione di viverlo sulla mia pelle è stata così forte che provo di nuovo un batticuore fortissimo appena sento la sigla…perciò non è sempre facile, per me.

Anche tu ti sei trovata, come sarà per Lorenzo Fragola, a essere inserita nella categoria Big durante l’edizione del Festival di Sanremo a cui hai partecipato. Questa scelta di inserire i giovani vincitori dei talent, forse più “acerbi”, in mezzo a grandi nomi della musica è stata criticata da molti. Com’è stata la tua esperienza e qual’è il tuo parere in proposito?
Quando partecipi a X-Factor hai una credibilità maggiore e io, essendone consapevole, mi sentivo in qualche modo di aver avuto una grande fortuna, ero felicissima. Ma non dimentichiamo che comunque venivo da un lungo percorso artistico, che le persone a casa non conoscevano: la percezione del pubblico, quindi, era diversa dalla realtà effettiva. Nello stesso tempo avrei partecipato volentieri anche tra le nuove proposte: credo sarebbe stato fantastico comunque, soprattutto perché portavo un brano mio. Il vero premio era arrivarci e poter far ascoltare una propria canzone.

Sei una cantante potenzialmente internazionale, non dimentichiamo che sei italo-belga ma non solo, parli correttamente più lingue e hai una tendenza ad un genere di musica che forse fuori dai confini nazionali funziona ancora meglio che in Italia. Hai mai pensato di “cercare fortuna” all’estero?
L’Italia è il paese in cui sono nata ma, forse proprio per le mie radici, mi sento effettivamente proiettata verso l’estero. Ma a parte questo avrei intenzione di lavorare anche fuori dai confini nazionali, effettivamente. Ci sto provando, anche se non posso anticipare nulla. Vorrei poter viaggiare, non solo perché è una mia grande passione, ma anche per avere la possibilità di confrontarmi con un pubblico diverso. Ho suonato in Irlanda, Praga, Amsterdam…è sempre un’esperienza che mi stimola e mi da modo di conoscere diversi tipi di artisti.

Hai mai pensato di cimentarti nella realizzazione di un musical?
Mi piacerebbe – ride – unirebbe la musica con un’altra mia grande passione, il teatro. Magari coadiuvata dalla presenza di qualcuno che abbia più esperienza di me in questo campo, c’è sempre da imparare. Ogni tanto c’ho pensato, in effetti! Comunque rimarrei sempre sul genere rock. Tra tutti i musical, per esempio, sono una grande appassionata di Jesus Christ Superstar.

Prossimi concerti?
Nell’immediato posso dirti che il 15 Febbraio sarò a Terni, nell’ambito del Festival ‘Not Official San Valentino’, ma in questo periodo sono più che altro in fase creativa. Per me ogni canzone ha un significato, non necessariamente autobiografico ma che comunque segna un momento di passaggio. Comporre, a volte, mi aiuta addirittura a chiarire delle cose dentro di me e non deve mai smettere di significare questo. A volte per esigenze di “adattamento al mercato” o per impegni lavorativi più incombenti mi è capitato di rapportarmi con la scrittura in un altro modo ma per me è stato difficile

Foto: Facebook

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