Il 2015 sembra essere segnato dal ritorno di grandi nomi della musica internazionale, di quelli che hanno fatto la storia del rock o dell’elettronica per poi sparire per un po’. A partire da Marilyn Manson per arrivare fino ai The Prodigy. Il nuovo album del primo, The pale emperor, uscirà proprio questo mese, il 19 gennaio, ed è stato anticipato dai singoli Third day of a seven day binge (GUARDA QUI IL VIDEO) e Deep six (che trovate qui di seguito). I fan di Manson hanno dovuto attendere tre anni, da quell’ottavo disco del 2012, Born villain, e sperano che almeno sia valsa la pena di aspettare tutto questo tempo. “Non mi sono mai sentito così sicuro di un disco dai tempi di Holy Wood“, ha dichiarato il cantante, riferendosi al suo album del 2000. Anche se poi ha ammesso: “Non è il massimo a cui posso arrivare, ma con questo album dimostro rispetto per me stesso e per quello che ho creato in passato”. Alcune delle tracce presenti nel disco, per altro, secondo quanto raccontato da Manson non hanno avuto bisogno di una seconda registrazione, essendo andata bene la prima versione in studio, il che lascia ben sperare nonostante il cantante “metta le mani avanti“.
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I campioni della musica elettronica britannica, The Prodigy, pubblicheranno invece il loro sesto album in studio, The day is my enemy, il 30 marzo 2015. In questo caso gli anni di attesa dal loro ultimo lavoro, Invaders must die, pubblicato nel 2009, sono stati addirittura sei. Intanto la band dovrebbe far placare l’astinenza dei fan con un nuovo singolo, Nasty nasty, che dovrebbe uscire verso la fine di gennaio e anticipare così la pubblicazione del nuovo disco. Di seguito trovate il breve ma significativo trailer che il gruppo ha pubblicato per presentare il nuovo pezzo. Nel frattempo Liam Howlett, fondatore del gruppo, ha promesso di “pulire il pavimento” dalla nuova generazione di dj: “Siamo sempre stati come una grande scopa, in questo senso: non ci da fastidio che la scena dance sia piena di dj. Noi operiamo in un altro campo, rispetto a loro. Siamo anche seguaci di alcuni di loro, ma quando il settore si basa esclusivamente sui dj, secondo noi non è una cosa sana. Avremmo bisogno di più gruppi che facciano questo tipo di musica”.
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