Intervistare Cristina D’Avena non è facile, appena senti la sua voce la prima domanda che ti verrebbe da fare è: “Mi canti Memole dolce Memole? Oppure Magica magica Emy?”. Poi ti ricordi che stai comunque parlando con una cantante professionista, un’enfant prodige, che ha vinto il disco d’oro con la Canzone dei Puffi, tanto per dirne una, e che riempie i locali italiani con una folla di fan nostalgici. Dunque passi oltre, tuo malgrado. In fondo stai pur sempre rivolgendoti a una donna che quest’anno ha compiuto i suoi…no, beh, non è educato rivelare l’età di una signora. Soprattutto quando quella signora agli occhi di un’intera generazione – o forse due – rimarrà sempre un’eterna ventenne, la “fatina buona dei cartoni”.
Ma non le peserà un po’ questo ruolo di eterna “Peter Pan in gonnella”? Non le è mai capitato di stancarsi di essere sempre associata alle sigle tv, al concetto di “infanzia”?
“No, devo dire che amo sempre tanto ciò che faccio, le mie sigle me le canto e ricanto senza problemi anche quando non sono a lavoro. Mi è capitato anche di fermarmi in spiaggia con alcuni ragazzi che cantavano le mie canzoni con la chitarra, per esempio. Mi hanno chiesto di unirmi a loro e ho accettato! Mi aiuta tanto anche avere un carattere solare, positivo, forse avrei avuto lo stesso approccio anche se avessi fatto un altro mestiere, non so…”
Siamo alle soglie del Natale, parliamo del suo nuovo disco Magia di Natale, appunto, una raccolta di cover di grandi classici natalizi. Come nasce questa idea?
“La prima versione di questo disco risale al 2009, quando è stato pubblicato riscuotendo parecchio successo. Ora il progetto è stato ripreso a grande richiesta dei fan ma con una veste nuova, infatti è stato arricchito di un servizio fotografico aggiornato, un uovo packaging e tre nuovi brani rispetto alla versione precedente. Nel CD del 2009 c’erano 12 tracce, nel nuovo album ne sono contenute 15”
Quali sono i pezzi che sono stati aggiunti? E quali i motivi che hanno spinto a scegliere questi brani piuttosto che altri?
“E’ stato aggiunto Noi vorremmo, un brano a cui sono particolarmente legata e che risale alla serie Arriva Cristina. Una canzone che parla fondamentalmente di pace e speranza, temi che mi sembrano particolarmente indicati nel periodo natalizio. La scelta è poi caduta su Dio Fa Qualcosa, tratta da Il Gobbo di Notre Dame. Una preghiera che tocca i temi della fede e dell’amore e che trovo estremamente emozionante. Infine c’è Halleluja, una canzone che amo molto ma che ho approcciato con molta umiltà. L’hanno già cantata tanti grandi artisti e credo che, in questi casi, l’umiltà sia il miglior modo per interpretare un brano così nel migliore dei modi”
Come passerà il Natale?
“In famiglia, assolutamente. Per me è una festa da celebrare attraverso la condivisione con i famigliari, niente impegni mondani o lavorativi”
Un po’ di riposo ci vuole, in effetti, per lei che a distanza di decenni registra ancora numeri di tutto rispetto quando si esibisce live, come nell’ultimo tour con i Gem Boy:
“Sta andando alla grande! Durante ogni esibizione c’è una bellissima atmosfera, siamo tutti allegri, tutti esternano la voglia di ridere e scherzare e ci sono sempre momenti emozionanti”
Ma come spiegarsi questo successo, che perdura nel tempo nonostante i bambini di un tempo ora siano adulti, avvocati, manager, punk, metallari, mamme e papà (giornalisti…)
“Tutti siamo stati bambini, le mie canzoni rievocano ricordi spensierati legati all’età più bella di tutte. Quindi è capitato di sentirmi dire anche dai rockettari più rockettari: ti amo, perché fai parte della mia infanzia”
E lei, invece, quando non è alle prese con Mila e Shiro o Pollon, che musica ascolta?
“Mi piace un po’ tutta la musica. Magari un po’ meno il rock ma amo davvero la musica in generale. Preferisco di base il pop, il neo melodico, mi capita di sentire i canti gregoriani…o ancora Guetta, Sinclar, ma anche Laura Pausini, Tiziano Ferro, Cremonini…”
Tra i tanti protagonisti dei cartoni animati per cui ha cantato, in quale si identifica di più?
“Beh, la risposta è facile…chi più di Licia? Io mi sono calata nei suoi pani per girare il telefilm Kiss Me Licia – tratto dall’omonimo cartone – come potrei non riconoscermi in lei? Ancora mi volto se sento chiamare “Licia” per strada! In alternativa credo Sailor Moon…o Creamy! Quale ragazzina non avrebbe voluto essere Creamy?”
C’è qualcosa di cui avrebbe voluto occuparsi, artisticamente, e ancora non le è capitato davanti nel suo cammino professionale? Un progetto che vorrebbe realizzare in futuro?
“Un musical, credo, in teatro o in versione cinematografica. Uno che tratti di un argomento fantastico, una favola, magari…non so dire quale di preciso ma un musical legato al mondo delle favole, magari anche inedite, sarebbe un progetto che mi interesserebbe. Staremo a vedere…”