Loredana Berté: “Vorrei duettare con Vasco, Emma è un cavallo di razza”

Stasera, a Roma, non sarà solo un concerto, ma molto di più. Un evento, una festa di famiglia, perché questo è il pubblico italiano per Loredana Berté. La cantante calabrese è in tour (grande successo ovunque) per raccontare, tra musica e parole, i suoi 40 anni di musica. Oltre due ore di show anticipate da una discussione con Marco Molendini de Il Messaggero: “Canto tutti i miei successi obbligatori. In più canto Acqua che non faccio da una vita e Re, quella della pancia finta a Sanremo, poi Folle città, La tigre e il cantautore, Robin Hood“. Come avevamo ipotizzato alcuni mesi fa, il nuovo album non è lontano, potrebbe già arrivare entro la fine di quest’anno. A riguardo, appare come garanzia la presenza di Phil Palmer, co-produttore del disco: “E’ un album scritto tutto da un autore giovane ma già famoso…“.

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Vorrei duettare con Vasco, Emma è un cavallo di razza

Loredana Berté torna a cantare a Roma per una serata che si preannuncia scoppiettante, senza alcuna retorica da parte di chi scrive. L’entusiasmo dell’artista calabrese è sempre altissimo, lo si evince dalla chiacchierata con Marco Molendini, al quale confida di voler duettare con Vasco Rossi: “Lui non è un grande cantante ma ha incontrato uno staff che ha subito creduto in lui, mi piacerebbe duettarci, ma c’è una mafia pazzesca, non ti fanno arrivare a lui…“. Riguardo ai talenti di ultima generazione, la Berté spende belle parole per Emma Marrone: “l’altro giorno ho cantato con lei, ha un palco da Hollywood. E’ forte, ha una bella testa, è un cavallo di razza…“.

Mia, Renato e il web

Fuori dal mondo, come – forse – tutti i veri artisti dovrebbero essere. Loredana Berté non ha il telefono e non usa internet, l’unica persona che le risponde – da numero sconosciuto – è un carissimo e storico amico: “Solo Renato Zero alza la cornetta, sa che sono io l’unica che non ha il cellulare“. L’intervista a Il Messaggero è anche un modo per ricordare il passato, sua sorella Mimì, il difficile rapporto con il padre e la fuga dalla Calabria: “Sbarcammo a Roma e diventammo un trio proprio con Renato. Andavamo al Piper, una sera arrivò Don Lurio e disse:te, te e te, venite con me a via Teulada’. E con Rita Pavone diventammo i collettoni…“. Artista fuori dal tempo, oggi come ieri, ma sempre a tempo di musica.

(foto LaPresse)

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