Denny Lahome: “Nuovi cantautori poveri di contenuti, mi piace Il Cile” [INTERVISTA]

Vuoi o no, il ragazzo è riuscito a racchiudere in un verso una parte importante della sua vita: “Ho fatto Amici e ho perso amici..in tutti i sensi“. Denny Lahome incarna perfettamente l’immagine del rapper funny, quello scanzonato, quello anti-ribelle, quello che si diverte e vuole divertire. O, comunque, intrattenere. E lui, molto più di Moreno, sembra avvicinarsi al Jovanotti della prima ora. Non ha vinto Amici, ma si trova 6° in classifica nella top ten Fimi degli album più venduti con il suo “Curriculum” e, come ha detto il suo amico e mentore J-Ax: “Quando non ti aspetti niente, essendo un’etichetta indipendente, fare la top ten non ha prezzo“. Il disco, che vanta produttori come Roofio dei Two Fingerz e Don Joe dei Club Dogo, è il primo lavoro della label indipendente Newtopia (quella di Fedez e J-Ax, appunto). Con Denny, ora, una lunga chiacchierata: dagli Articolo 31 ad Amici (“è il talent che dà maggiori possibilità e non solo per lo share“), da Suor Cristina a The Voice. In mezzo, un’opinione decisa sui nuovi cantautori (“Il Cile è sottovalutato, gli altri oggi sono poveri di contenuti“) e un pensiero per il mito Michael J. Fox

Amici: nel 2013 la vittoria di Moreno… Sapevi che sarebbe stato impossibile vincere? Due rapper per due anni consecutivi…

Assolutamente sì, me lo immaginavo. Questa è stata un’edizione particolare, eravamo reduci dal trionfo di un rapper. Lo stesso rapper che diventa direttore artistico. Poi l’avvento delle band con la sorpresa Dear Jack. Insomma, era proibitivo pensare ad un successo.

Prima di “Para Paradiso” è arrivato “Me lo merito”, singolo per il web. Qui canti: “..ho fatto Amici e ho perso amici in tutti i sensi“, approfondiamo questo concetto?

Sai, un’avventura così grossa come quella di un talent show ti mette in vista, ti fa salire in alto, è naturale. E più ci si mette in vista, maggiori sono i “rompiscatole”, quelli ai quali non va mai bene nulla, quelli che aspettano una tua mossa sbagliata per giudicare e criticare. A qualcuno non va bene che tu “ce l’abbia fatta” e così ti girano le spalle. Non ho avuto ‘successo’, è un parolone, ma di certo da un po’ di tempo sono parecchio esposto… Alcune conseguenze sono naturali.

I tuoi esordi? Sei partito subito col rap-hip hop?

Inizialmente trattavo suoni più duri. Col tempo ho capito che sarebbe stato meglio ‘canticchiare’ e puntare sulle melodie, quelle immediate, divertenti. Così mi sono buttato sul pop: nel complesso, tuttavia, è cambiato davvero poco, il mio ‘mood’ è sempre lo stesso.

Tre nomi, tre amici: Gué Pequeno, Fedez e J-Ax. Mi dai una definizione?

Non ne parlo singolarmente, preferisco accomunarli con una caratteristica comune: tutti e tre sono molto trasgressivi, ognuno a modo suo. Sono sempre andati controcorrente, cercando l’originalità. Con Gué avevo il pezzo già pronto, è stato bello fare entrare un grande come lui nel mio mondo! Lui era ed è diverso da me: è più ‘incazzato’ nei suoi dischi. Mi sento più vicino a Fedez, a volte appare un po’ stupidotto, ma è fortissimo e – vista l’età – oggi è il migliore sulla piazza.

Restiamo su J-Ax: due settimane fa ti ho visto con lui nel backstage di The Voice: cosa pensi del programma?

Purtroppo, essendo stato a lungo rinchiuso nel ‘bunker’ di Amici, non ho avuto modo di seguirlo bene. Nel complesso, però, posso dirti di aver apprezzato parecchio Dylan: rappa bene e canta anche bene. The Voice è un talent costruito alla grande, ma Amici è superiore, perché più fresco, perché dà più possibilità ai ragazzi in gara. L’ho vissuto in prima persona, ho notato una macchina molto complessa, ben strutturata. Inoltre, cosa non da poco, lo share è altissimo.

Mettiamo da parte i rapper: tra i cantautori di oggi c’è qualcuno con cui ti piacerebbe duettare e/o collaborare?

Il primo nome che mi viene in mente è quello de Il Cile: secondo me è un po’ sottovalutato. E’ uno dei pochi della nuova generazione che ha davvero qualcosa da dire, mentre moltissimi secondo me risultano piuttosto scarni nei contenuti.

Parliamo dei tuoi modelli: guardi all’estero, penso ad Eminem, oppure sei molto attento al panorama hip hop italiano?

Senza dubbio, Eminem è stata ed è una fonte di ispirazione: da una parte la genialità delle sue metriche così veloci e dure, dall’altra una simpatia coinvolgente. Se penso all’Italia, penso a J-Ax e agli Articolo 31: mi drogavo della loro musica. Ho sempre apprezzato e seguito anche Neffa e Fabri Fibra.

Due cose prima di chiudere: Deborah Iurato e Dear Jack… chi scegli e perché?

Non si può negare che Deborah sia stato il vero talento di Amici: voce incredibile, durante le prove ho visto di cosa è capace, incredibile. Preferisco i Dear Jack, ma solo perché hanno un progetto un po’ più interessante. Grazie per la domanda, con questa risposta mi hai fatto sentire coach per un minuto…! (ride)

..e di Suor Cristina che dici?

Sa cantare, è artista che incuriosisce. Come fai a negarlo? Non sarà tecnicamente perfetta, ma comunica alla grande. Tutto questo la rende unica: ha dimostrato di saper cantare tutto, mica male eh… Ha meritato la vittoria.

Denny, la tua ‘canzone nell’armadio’, quella legata ad un ricordo di quand’eri ragazzino

Beh.. Se le dico tutte facciamo notte! Ho sempre amato il personaggio di Marty McFly nel film “Ritorno al futuro”, di conseguenza è quella canzone (“The power of love”, ndr.) che ancora oggi mi torna spesso in testa. La associo a lui, che era davvero fichissimo..

(foto ufficio stampa)