Nei prossimi mesi dovrebbe condurre (il condizionale è sempre d’obbligo) un programma musicale dedicato alle band emergenti, per farle suonare dal vivo, cosa che di solito non si fa a X-Factor o Amici. Titolo: “La mia banda suona il pop”. Ma Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, non apprezza affatto l’universo dei talent, secondo luio incapaci di proporre artisti veramente nuovi. Punta il dito, senza offendere, verso artisti come Emma Marrone e Marco Mengoni, a proposito dei quali dice: Cantano cose improponibili a livello interazionale”. Pupo non risparmia nemmeno il Sanremo ‘Made in Fabio Fazio’ (…)
“Non ho niente da imparare dai Talent Show“
Nel corso di un’intervista pubblicata dal quotidiano “Il Tirreno”, Pupo si scaglia contro il cattivo uso della musica in televisione. Soprattutto riflette sull’universo Talent Show: “Non li guardo, non mi piacciono. Non sono stati in grado di creare una sola star internazionale. Sono stanco di queste forme veloci di giudizio, di vedere persone non all’altezza. Non ho niente da imparare da questi format. (…) La velocità e l’esigenza della Tv vanno più a beneficio del prodotto televisivo stesso che non di chi promuove la musica. Si sentono canzoni subdole cantate da voci anche molto belle, come Mengoni o Emma, che però cantano cose improponibili a livello internazionale…“. Non c’è che dire, la stoccata c’è e si vede. Certo, Ghinazzi non se la prende direttamente con gli artisti in campo, ma ogni artista è fatto di canzoni, per cui…
Attacco a Sanremo
C’era da aspettarselo. Pupo protagonista delle edizioni di Sanremo targate Antonella Clerici e Gianni Morandi, lo ricorderemo. Da Marcello Lippi a Emanuele Filiberto, sino al “duetto” con Celentano. La stoccata, ora, va verso Fabio Fazio e la sua direzione artistica: “Oggi il festival rispecchia le passioni musicali di Fazio, non in grado di scegliere canzoni dal respiro internazionale…“. Il cantante toscano si sofferma, poi, sull’edizione 2014, nello specifico: “Non ho ascoltato le canzoni, ma, visti i nomi, dubito quest’anno possa uscire una canzone che potrà sostituire le vecchie hit italiane a livello internazionale“. (…) “Per fare il direttore artistico si deve partecipare alla costruzione delle canzoni, come facevano Baudo e Ravera, non Fazio e Pagani…“.
(foto LaPresse)